Ilona Staller per chi non c’era

Con il nome d'arte “Cicciolina” fu tra le attrici pornografiche più celebri degli anni Ottanta in Italia, e arrivò perfino in Parlamento

(ANSA)
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Elena Anna Staller, più nota come Ilona Staller e ancor più nota come Cicciolina, compie oggi settant’anni. Nata a Budapest, in Ungheria, è stata modella, conduttrice radiofonica, forse spia, attrice, cantante, parlamentare e attrice porno. Ha recitato con Moana Pozzi e John Holmes, ha cantato una canzone arrangiata da Ennio Morricone, si è candidata con Marco Pannella, è stata sposata con l’artista Jeff Koons, se l’è presa con Google, e di lei parlarono, tra gli altri, Umberto Eco e Leonardo Sciascia.

Ilona Staller è stata un’apprezzatissima pornostar – «per chi era adolescente negli anni Settanta e Ottanta è stata la porta spalancata sul sesso e i suoi piaceri», ha scritto su Repubblica Luigi Bolognini – ma è stata anche molto altro, per l’Italia di un paio di decenni.

Figlia di un’ostetrica di nome Ilona e cresciuta avendo come padre il nuovo compagno di lei, un funzionario governativo, crebbe a Pest e studiò pianoforte, danza e violino. Già adolescente iniziò a lavorare come modella e poi come cameriera in un elegante hotel internazionale (dal quale, secondo quanto raccontò qualche anno fa, lavorò anche come spia per conto del governo ungherese). Si iscrisse alla facoltà di Archeologia dell’Università di Budapest, divenne Miss Ungheria e tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta arrivò in Italia, dove sposò un uomo che era stato cliente dell’hotel, che aveva oltre vent’anni più di lei e dal quale si separò dopo pochi mesi.

Restò comunque in Italia, dove conobbe Riccardo Schicchi, che in seguito sarebbe stato regista di molti suoi film porno. Insieme condussero il programma radiofonico Voulez-vous coucher avec moi?, trasmesso di notte dall’emittente privata romana Radio Luna. Era un programma erotico, in cui Staller era solita chiamare “cicciolini” e “ciccioline” gli ascoltatori e le ascoltatrici che chiamavano. Divenne così lei stessa “Cicciolina”, un soprannome che secondo diverse persone contribuì a darle Maurizio Costanzo e che ben si conciliava con il suo approccio smaliziato e insieme infantile al sesso.

Negli anni Settanta arrivarono anche i primi film, spesso erotici ma non pornografici, in cui comparve con i nomi Elena Anna, Elena Mercury o Elena Mercuri. Recitò, tra le altre, nelle commedie sexy L’ingenua, La supplente e La liceale, con Gloria Guida e Alvaro Vitali; film descritti da MyMovies come «una serie di b-movie scollacciati all’italiana», ma che ebbero e talvolta ancora hanno estimatori. Seguirono, giusto per citarne alcuni, Inhibition, Bestialità, Voglia di donna, Dedicato al mare Egeo John Travolto… da un insolito destino, Vizi privati, pubbliche virtù, e Cicciolina amore mio.

A fine anni Settanta Staller condusse anche, insieme a Daniele Piombi, il varietà in seconda serata C’era due volte, e negli stessi anni fu protagonista di due primati: si dice sia stata la prima a spogliarsi integralmente in una discoteca in Italia, e fu la prima a mostrare il seno in una trasmissione della Rai.

Il porno arrivò nel 1983, con il ruolo da protagonista in La conchiglia dei desideri, per la regia di Schicchi. La carriera pornografica di Staller non durò nemmeno un decennio (l’ultimo suo film fu Passione indecente, girato nel 1991 e uscito nel 1993), ma fu di enorme successo. Tra gli altri fu protagonista di Telefono rosso, Cicciolina number one e Carne bollente, tutti diretti da Schicchi e nel 1990 di Cicciolina e Moana “Mondiali”. In occasione dei Mondiali di calcio in Italia, le due attrici interpretarono loro stesse immaginando di dover “sfiancare” gli avversari per il bene calcistico del loro paese. Nel film compaiono controfigure di calciatori come Jürgen Klinsmann, Ruud Gullit e Diego Armando Maradona. Nel film, Italia e Olanda si giocano la finale, e grazie a un provvidenziale intervento delle due attrici durante l’intervallo l’Italia vince la coppa.

Nel pieno della sua carriera, quando compariva sulle prime pagine di riviste di vario genere, ed era argomento d’interesse e dibattito di editoriali e programmi televisivi, “Cicciolina” si candidò con il Partito Radicale.

Staller e Pannella nel 1997 (ANSA)

La sua campagna elettorale fu più volte criticata, anche da alcune femministe che la accusavano di mercificare l’immagine della donna. Ma nel 1987 Staller fu eletta deputata dopo aver preso circa 20mila preferenze nel suo collegio, nel quale fu la seconda Radicale più votata dopo Pannella.

Staller nel 1987 (Fornaciari / Liaison Agency)

Ricevette anche varie denunce per essere andata contro il “comune senso del pudore”, soprattutto per aver ripetutamente mostrato il seno durante i comizi.

Staller e Pozzi nel 1987 (D.Malatesta / FARABOLAFOTO)

Pare che Staller fu la prima attrice porno a diventare parlamentare in un paese occidentale. Eco commentò: «immoralità per immoralità, se ne sono viste di peggio». Sciascia, che era stato eletto con il Partito Radicale un paio di legislature prima, disse invece: «meglio una spogliarellista di un ladro». E aggiunse: «può accadere un fatto pirandelliano, può accadere, cioè, che Cicciolina diventi un parlamentare impeccabile».

La sua esperienza da deputata, svolta parallelamente alla sua attività nel porno, si fece notare per alcune proposte piuttosto “radicali” (come i parchi dell’amore libero) e per certi slogan che contenevano doppi sensi sessuali. Ma comprese anche interventi e impegno contro la censura, per la libertà sessuale dei carcerati, per la sensibilizzazione sull’AIDS, e per l’educazione sessuale delle donne.

Si dice che Nilde Iotti, comunista e presidente della Camera per tutti gli anni Ottanta, definì un suo intervento «uno dei migliori che abbia mai sentito».

Staller in parlamento (ANSA)

Staller litigò poi con Pannella, forse perché tra i due c’erano accordi affinché si dimettesse a metà legislatura, così da lasciare spazio ad altri e ad altre istanze. Restò invece parlamentare fino al 1992.

Negli anni Novanta fondò con Schicchi l’agenzia Diva Futura, e ci riprovò con la politica fondando il Partito dell’Amore, con Pozzi e sempre con Schicchi, ottenendo scarsi risultati. In seguito ci riprovò – sempre senza successo – candidandosi come indipendente al parlamento ungherese e poi, nell’ultimo decennio, candidandosi come sindaca di Monza – si fece notare la proposta di trasformarne la Villa Reale in un casinò – e poi alle elezioni amministrative di Roma.

Negli ultimi trent’anni ha partecipato alla telenovela brasiliana Xica da Silva e al reality italiano The Farm. È finita sui giornali anche per alcune cause legali, una contro Sky Italia per la miniserie tv Moana, e un’altra contro Google, che accusò di contribuire a diffondere falsità nei suoi confronti. Una riguardava il suo sempre smentito rapporto sessuale con un cavallo, un’altra il suo vitalizio da parlamentare. Fu coinvolta poi nelle complicate questioni legali relative all’affidamento del figlio avuto con Jeff Koons, che conobbe quando lui era ancora un artista emergente. Insieme furono protagonisti nella serie di opere Made in Heaven.

(EFE/Luis Tejido Lapresse)

L’impatto nell’immaginario collettivo italiano di Staller dura ancora oggi, ed è testimoniato dalla ciclicità con cui finisce sui giornali. “Un topo uccide il boa di Cicciolina” scrisse Repubblica nel 1993 in un suo titolo. Il riferimento era al serpente con cui Cicciolina era solita esibirsi, che tra l’altro forse morì in circostanze ben diverse. Un paio di anni fa Staller raccontò a Vanity Fair di avere avuto, nella sua casa romana, «una tigre del Bengala», ma precisò: «non la portavo mai fuori perché una volta, da cucciola, aveva azzannato una bambina nel parchetto, senza conseguenze per fortuna. Un giorno, da adulta, è caduta dal balcone ed è finita nel giardino di sotto. L’ho mandata in una clinica privata ad aggiustarla, perché era un po’ rotticchiata. Poi l’ho dovuta regalare».

Più di recente, nelle interviste celebrative per i suoi compleanni, ha raccontato che vive con dieci gatti e che continua ad essere un’appassionata scacchista. A Simonetta Sciandivasci, che l’ha intervistata per la Stampa, ha parlato dei suoi progetti per un film sulla sua vita, per un nuovo disco e per un libro sul dietro le quinte del porno, di cui ha detto: «da tempo non seguo più quel settore, credo sia dai tempi delle videocassette». Ha aggiunto peraltro di essere ancora interessata a una candidatura in politica.