Lega e Fratelli d’Italia hanno provato a bloccare il referendum sulla cannabis con un emendamento, senza riuscirci

(ANSA/FABIO FRUSTACI)
(ANSA/FABIO FRUSTACI)

Mercoledì mattina Lega e Fratelli d’Italia hanno cercato di bloccare l’organizzazione del referendum sulla cannabis legale con un emendamento presentato alla commissione Affari costituzionali della Camera, che però è stato respinto.

Nella commissione era in corso la discussione sulla conversione in legge del decreto con cui lo scorso 29 settembre il governo aveva posticipato di un mese la scadenza per depositare alla Corte di Cassazione le firme raccolte per organizzare il referendum sulla cannabis legale. Il termine sarebbe stato il 30 settembre, ma i promotori del referendum avevano segnalato alcuni problemi che rischiavano di impedire la presentazione delle firme in tempo. Il governo aveva quindi concesso la proroga.

Mercoledì Lega e Fratelli d’Italia hanno presentato un emendamento che avrebbe soppresso la proroga, nel tentativo di rendere inutilizzabili le firme depositate la scorsa settimana in Cassazione e fare così saltare il referendum. L’emendamento è stato però respinto, con i voti di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, +Europa e l’astensione di Forza Italia. Non è comunque sicuro che se l’emendamento fosse passato il referendum non si sarebbe svolto. Sulla questione ci sono diverse teorie di studiosi e costituzionalisti: secondo alcuni, dato che le firme erano state depositate quando il decreto era in vigore, l’emendamento non avrebbe potuto annullarne la validità.

Igor Iezzi, capogruppo della Lega nella commissione, ha motivato l’emendamento dicendo che il referendum è una «truffa che meschinamente parla di cannabis quando in realtà si occupa per la maggior parte di droghe pesanti. Se alcuni partiti della maggioranza vogliono legalizzare la cocaina lo dicano chiaramente». In realtà non è così, e il quesito proposto si riferisce soltanto alla marijuana. Iezzi ha detto che la Lega ripresenterà l’emendamento bocciato anche durante la discussione alla Camera.