Gli scontri a Roma, dall’inizio

Dal tentativo riuscito di Forza Nuova di infiltrarsi nelle proteste alla criticata risposta della polizia, passando per il timore di nuove violenze

(Cecilia Fabiano/ LaPresse)
(Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Sabato mattina, intorno alle 12, alcuni gruppi legati a Forza Nuova hanno provato a sfondare il cordone della polizia a protezione del Parlamento e di Palazzo Chigi, sede del governo. «Quelli di Forza Nuova tentano sempre di raggiungere Chigi, per loro è come un feticcio. Il successivo attacco alla CGIL è stato una sorta di piano B», ha spiegato a Repubblica una fonte della questura di Roma. Sono le stesse persone che qualche ora più tardi, alle 17.30, durante la manifestazione vera e propria, sono riuscite a indirizzare un pezzo del corteo (circa tremila persone) al di fuori del parco di Villa Borghese e verso la sede nazionale della CGIL, in Corso d’Italia.

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Sfondando i pochi poliziotti che erano arretrati fino all’entrata dell’edificio, decine di persone sono entrate nella sede della CGIL, salendo fino al quarto piano e spaccando tutto quello che incontravano. Secondo il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, l’assalto ha avuto una «durata limitata». Fra gli assalitori c’erano anche Roberto Fiore, fondatore del partito neofascista Forza Nuova, e Giuliano Castellino, capo romano dell’organizzazione neofascista: entrambi sono stati arrestati insieme ad altre dieci persone sabato sera.

Più o meno nelle stesse ore, un altro gruppo di Forza Nuova ha attaccato il Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I, dove era stato portato uno dei partecipanti alla protesta in stato di fermo, interrompendone il servizio per qualche minuto e picchiando medici e infermieri. A fine giornata, gli agenti di polizia feriti sono stati 38.

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I punti di contatto fra Forza Nuova e i “no vax”
La tesi della Procura di Roma è che le violenze di sabato siano avvenute grazie all’infiltrazione di Forza Nuova e altri gruppi neofascisti all’interno del movimento contro i vaccini e il Green Pass, che da qualche settimana ogni sabato si ritrova nelle principali piazze italiane per protestare contro le misure di contenimento del governo contro la pandemia da coronavirus.

La manifestazione di sabato era stata regolarmente autorizzata dalla Questura. Fra gli organizzatori figura anche Pamela Testa, attivista di Forza Nuova e da qualche settimana leader informale del movimento No Green Pass a Roma, che si fa chiamare “Liberi Cittadini”. La Stampa ricorda che in estate Testa aveva promosso la partecipazione a una manifestazione contro il Green Pass chiedendo di tenere fuori «le bandiere di partito», presentandosi cioè come una persona non legata ad alcun movimento.

Secondo Repubblica è proprio Testa che nei giorni precedenti aveva fatto circolare nei vari gruppi Telegram associati al movimento No Green Pass un messaggio audio di 6 minuti – letto da una voce maschile – in cui annunciava di voler gestire le manifestazioni «in modo dinamico» e non escludeva l’uso della violenza.

Nelle ore successive all’assalto alla CGIL, sempre su Telegram, Forza Nuova aveva celebrato gli scontri, presentandoli come una protesta popolare: «Il popolo ha alzato il livello dello scontro e non si fermerà. Nemmeno lo scioglimento di Forza Nuova potrebbe invertire la rotta di quanto sta avvenendo e avverrà nelle prossime settimane: la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi», si legge in un comunicato diffuso attraverso i social network.

Si poteva fare di più per evitare le violenze? 
Nelle ore successive all’attacco alla CGIL, la gestione della manifestazione da parte della polizia è stata molto criticata per non avere impedito le violenze, sia da diversi osservatori sia dal governo.

Domenica il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato delle violenze con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e col sottosegretario con delega alla sicurezza Franco Gabrielli. «Nessuno ha potuto negare gli errori e le sottovalutazioni», scrive il Corriere della Sera, spiegando che il tavolo di sicurezza organizzato prima della manifestazione aveva previsto una partecipazione di circa tremila persone, meno di un terzo di quelle effettivamente presenti sabato.

Il prefetto di Roma, Piantedosi, ha comunque diffuso un comunicato in cui ha cercato di difendersi dalle accuse, spiegando che «solo nelle ultime ore, man mano che diverse migliaia di persone giungevano da tutta Italia nella Capitale è stato possibile rilevare un livello della partecipazione non solo quantitativamente molto elevato ma pure caratterizzato dalla variegata composizione», sostenendo in sintesi che Forza Nuova sia stata molto più abile del previsto ad infiltrarsi nelle proteste.

E adesso?
Il comunicato di Piantedosi si chiude ipotizzando che Forza Nuova possa tentare di nuovo un’operazione simile, nonostante l’arresto dei suoi leader: «questo tipo di attività proseguiranno senza sosta anche nell’immediato futuro», scrive Piantedosi.

Mercoledì 13 ottobre si riunirà il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, un organo consultivo del ministero dell’Interno, che era già stato convocato per discutere dell’imminente riunione del G20 a Roma, prevista per fine mese. Verosimilmente si parlerà anche del timore di nuove violenze nei prossimi giorni: i giornali scrivono che le preoccupazioni si concentrano soprattutto sui giorni intorno al 15 ottobre, in cui entrerà in vigore l’estensione del Green Pass decisa dal governo.

Una fonte del ministero dell’Interno ha spiegato a Repubblica che il governo potrebbe dare indicazione di abbandonare la strategia di “contenimento” delle proteste, che non prevede l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine, se non per autodifesa, in favore di una maggiore azione diretta.