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  • Mercoledì 22 settembre 2021

Gli animali più costosi del mondo

Di come si possa spendere un sacco di soldi per comprare certi animali, e soprattutto perché

zanky cane new york
(Drew Angerer/ Getty Images)

Dare un prezzo a un animale in quanto essere vivente può essere considerata una cosa dubbia dal punto di vista etico, e di certo non è semplice capire con quali criteri si possa fare, eppure ci sono svariati casi in cui le persone – con motivazioni più o meno comprensibili o ragionevoli – arrivano a spendere anche centinaia di migliaia di euro per averne uno. In un articolo pubblicato di recente su BBC Future si parla in maniera approfondita di quelli che, in vari ambiti e per ragioni svariate, possono essere considerati gli animali più costosi del mondo.

BBC Future racconta per esempio di quando Big Dave, un maschio di anatra muta (Cairina moschata), divenne l’anatra pagata al prezzo più alto di sempre. Nel 2012 il suo proprietario, Graham Hicks, aveva deciso di vendere Dave perché era diventato troppo vecchio per la riproduzione, e lo aveva messo all’asta spiegando che aveva un «buon carattere. Era sempre pulito e si era sempre preso cura di se stesso». All’asta Dave fu comprato per 1.500 sterline, poco più di 1.700 euro: un record per un’anatra, ma una cifra piuttosto irrisoria se paragonata ad animali di altre specie.

Tra chi di solito paga di più per comprare un animale, comprensibilmente, ci sono gli allevatori, in particolare per ragioni commerciali. 

Nell’agosto del 2020, per esempio, un agnello della razza Texel considerato piuttosto eccezionale fu venduto in Scozia per quasi 368mila sterline, circa 430mila euro. La razza ovina Texel è originaria di una piccola isola dei Paesi Bassi ed è nota per la sua capacità di produrre carne e lana di altissima qualità: uno dei membri del consorzio di allevatori che comprò l’agnello, chiamato Double Diamond, disse che «era una somma di denaro indecente da pagare per una pecora», ma che valeva la pena spenderla per il patrimonio genetico dell’animale.

All’inizio del 2021, invece, il border collie Kim è stato venduto in Galles per più di 28mila sterline (33mila euro), diventando il cane da pastore più costoso di sempre.

Sono prezzi alti, ma niente a che vedere con quello che certi allevatori sono disposti a pagare per vacche e tori.

Il record per l’acquisto di una vacca è quello che riguarda Missy, una frisona comprata nel 2009 per circa 1 milione di euro; nel 2019 invece l’allevatore del Nebraska Charles Hebster, peraltro ex consigliere dell’amministrazione di Donald Trump, spese 1,25 milioni di euro per acquistare un toro Angus chiamato SAV America 8018 (tra le altre cose, spesso gli allevatori rivendono lo sperma dei tori migliori ad altri allevamenti).

Un altro motivo per cui le persone sono disposte a spendere grandi somme di denaro per comprare un animale è il loro valore nelle competizioni sportive.

Un esempio perfetto è quello dei cavalli da corsa: nel 1985 il cavallo Seattle Dancer fu comprato per 11 milioni di euro, ma finì col contrarre un virus e nella sua carriera corse soltanto cinque gare, racconta BBC. In seguito altri cavalli vennero acquistati per somme ben più considerevoli, come Fusaichi Pegasus, che nel 2000 fu acquistato per 54 milioni di euro.

In questo ambito rientrano anche animali che non ci si aspetterebbe. Per dare l’idea, lo scorso 15 novembre sul sito dell’organizzazione belga PIPA (“Pidgeon Paradise”, il “paradiso dei piccioni”) – una sorta di eBay per piccioni – fu venduta la femmina di piccione New Kim per 1 milione e 600 mila euro: la cifra più alta mai spesa per l’acquisto di uno di questi volatili, impiegati appunto nelle gare di piccioni. Il record precedente apparteneva al piccione Armando, che era stato soprannominato “il Lewis Hamilton dei piccioni” ed era stato venduto per 1 milione e 200 mila euro nel 2019.

– Leggi anche: Le gare di piccioni sono una cosa seria

Le persone che negli ultimi tempi hanno deciso di ospitare un nuovo animale domestico in casa si saranno fatte di un’idea di quello che può costare comprare animali come cani o gatti, che si trovano a prezzi che vanno da alcune centinaia a diverse migliaia di euro. Stando ai dati del “Guinness dei primati”, a ogni modo, il cane che è stato pagato di più nella storia sarebbe Big Splash, un mastino tibetano di 11 mesi che nel 2011 fu comprato per 10 milioni di yuan, una cifra abbondantemente oltre il milione di euro.

Si racconta anche che nel 2016 in Cina sia stato venduto per 300mila dollari (255mila euro) un esemplare particolarmente perfetto di Arowana asiatico, un pesce d’acqua dolce che vive nei fiumi e nelle paludi di paesi come Malaysia, Thailandia e Indonesia. Su questa storia non ci sono conferme, ma quello che è certo è che negli ultimi anni l’Arowana asiatico è diventato un “bene Veblen” (dal nome dell’economista Thorstein Veblen), ovvero un bene che non rispetta le normali leggi della domanda e dell’offerta perché viene percepito come esclusivo, come simbolo di ricchezza. Alcuni di questi pesci sono perfino sottoposti a interventi di chirurgia estetica per farli diventare “più belli”.

Negli ultimi anni alcuni gruppi di scienziati hanno provato ad assegnare una sorta di valore economico anche ad altre specie di animali, cercando di calcolarlo in base ai benefici che hanno sugli ecosistemi in cui vivono in termini più o meno diretti, con criteri molto diversi da quelli presi in considerazione per la vendita e l’acquisto visti finora. Per fare un esempio, semplificando molto, è stato calcolato che per il “servizio” che gli insetti svolgono attraverso l’impollinazione di fiori e piante il loro valore globale vada dai 150 ai 420 miliardi di euro all’anno.

C’è inoltre un animale che viene considerato di enorme valore, e non soltanto perché secondo il Guinness dei primati è l’animale più costoso tra quelli che vivono in cattività (con una stima di circa 1 milione di dollari a esemplare).

BBC ha spiegato che l’intera popolazione mondiale di panda giganti che vivono in natura – meno di 2mila unità – è di proprietà della Cina, e che gli zoo di altri paesi che ne vogliono ospitare degli esemplari devono per così dire pagare un costo di noleggio che può arrivare anche a 845mila euro all’anno: una somma particolarmente alta, soprattutto se si considera che molti panda che vivono in cattività superano anche i vent’anni di età. Eventuali cuccioli nati in altri paesi, inoltre, restano di proprietà della Cina e solitamente devono esservi riportati dopo la nascita, e anche se su questo non ci sono conferme si dice che debba essere pagata una somma di circa 500mila euro alla Cina una tantum.

A ogni modo, se si considera quanto i panda giganti siano rari e quanto siano riconosciuti per il loro valore culturale, includendo anche i grandi sforzi per la loro conservazione, secondo BBC il loro valore sarebbe molto molto più alto.

Il panda gigante Ai Bao in un parco della Corea del Sud nel 2018 (Chung Sung-Jun/ Getty Images)

– Leggi anche: I panda sono così carini un po’ per caso