Secondo i risultati preliminari delle elezioni parlamentari in Marocco il partito islamista moderato Giustizia e Sviluppo, che aveva vinto nel 2016, ha perso gran parte dei consensi

Votazioni in corso in un seggio elettorale di Casablanca, mercoledì 8 settembre (AP Photo/ Abdeljalil Bounhar)
Votazioni in corso in un seggio elettorale di Casablanca, mercoledì 8 settembre (AP Photo/ Abdeljalil Bounhar)

Secondo i risultati preliminari delle elezioni parlamentari che si sono tenute mercoledì in Marocco, il partito islamista moderato Giustizia e Sviluppo (Parti de la justice et du développement, PJD), il principale del paese, ha perso gran parte del consenso che aveva ottenuto alle elezioni del 2016. I dati provvisori diffusi giovedì mattina dal ministero dell’Interno del Marocco dicono che alle elezioni di quest’anno il PJD ha ottenuto soltanto 12 seggi dei 395 della Camera bassa del paese, contro i 125 che aveva ottenuto cinque anni fa.

Il partito più votato è stato quello nazionalista degli Indipendenti (Rassemblement National des Indépendants), di orientamento liberale, che secondo i primi dati ha ottenuto 97 seggi. Secondo e terzo sono arrivati due partiti conservatori e considerati vicini alla monarchia: il Partito dell’autenticità e della modernità (Parti Authenticité et Modernité), con 82 seggi, e il Partito dell’Istlqlal, con 78. L’affluenza delle elezioni di mercoledì è stata di poco superiore al 50 per cento e si è tenuta assieme al voto per le elezioni amministrative locali.

Ufficialmente il Marocco è una monarchia costituzionale, ma gran parte dei poteri è nelle mani di re Mohammed VI, che governa dal 1999 e tra le altre cose può scegliere il primo ministro dal partito che ottiene più seggi e nominare i ministri più importanti. Il Parlamento inoltre non ha la facoltà di respingere le decisioni del re.

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