Il ritorno del roaming dopo Brexit

Alcuni operatori del Regno Unito imporranno nuove tariffe per i cittadini britannici che telefonano, inviano SMS e navigano mentre si trovano nell'Unione Europea

Il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson (Ben STANSALL / POOL / AFP)
Il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson (Ben STANSALL / POOL / AFP)

Alcuni operatori telefonici del Regno Unito hanno iniziato a rivedere i propri piani per il roaming nell’Unione Europea in seguito a Brexit, nonostante avessero in precedenza annunciato di non avere intenzione di modificare le tariffe per i cittadini britannici in visita negli stati membri dell’Unione. La possibilità di accedere al sistema che consente di telefonare, inviare SMS e navigare online pagando le medesime tariffe nazionali anche all’estero – se all’interno dell’Unione Europa – era stata infatti esclusa dalle lunghe trattative sugli aspetti commerciali legati all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

La prima compagnia telefonica britannica ad annunciare la reintroduzione delle tariffe per il roaming è stata EE, società controllata da BT. Anche gli operatori Three e O2 hanno annunciato alcuni cambiamenti che influiranno sul costo delle telefonate e della navigazione da smartphone per i loro clienti, quando si trovano nell’Unione Europea. Vodafone non ha invece per ora piani per la modifica delle politiche legate al roaming. Come segnala Politico, tutte e quattro le compagnie telefoniche avevano detto a inizio anno di non avere intenzione di reintrodurre maggiorazioni in seguito a Brexit.

EE ha scelto un approccio graduale, con modifiche che saranno pienamente applicate a partire dal prossimo anno. I suoi nuovi clienti, o quelli che cambiano piano tariffario, dovranno pagare 2 sterline (circa 2,30 euro) per ogni giorno trascorso in 47 paesi, compresi quelli dell’Unione Europea e con l’eccezione dell’Irlanda.

O2 ha deciso di applicare una tariffa aggiuntiva di 3,50 sterline (circa 4,10 euro) per ogni gigabyte di dati scaricato nell’Unione Europea e con un limite massimo di 25 gigabyte scaricati, a partire dal prossimo 2 agosto.

Three ha invece deciso di mantenere inalterate le tariffe, ma ha ridotto sensibilmente il massimo di dati scaricabili liberamente mentre i suoi clienti britannici si trovano nell’Unione Europea. Potranno scaricare gratuitamente 12 gigabyte e non più 20 gigabyte com’era stato in precedenza.

Vodafone ha spiegato di non avere al momento piani per modificare le tariffe sul roaming.

L’abolizione delle tariffe per il roaming nell’Unione Europea risale al 2017, quando fu accolta molto positivamente dai cittadini europei e da numerosi osservatori, perché segnava un’importante semplificazione nella gestione delle telecomunicazioni. In precedenza la maggior parte degli operatori nazionali imponeva costi aggiuntivi non indifferenti, soprattutto per il consumo di dati. Facendo all’epoca parte dell’Unione Europea, anche il Regno Unito aveva potuto beneficiare delle regole sul roaming, ma durante i negoziati per Brexit la possibilità di mantenerle era stata esclusa, perché considerate uno dei vantaggi nel fare parte del mercato unico europeo.

Per ora gli operatori attivi nell’Unione Europea non hanno dato segno di voler reintrodurre tariffe per il roaming per i loro clienti in viaggio nel Regno Unito. In Italia, i principali operatori continuano a considerare il Regno Unito come parte dell’Unione Europea nelle loro indicazioni sul roaming.

Le regole adottate nel 2017 dall’Unione Europea dovranno comunque essere rinegoziate entro il 30 giugno 2022. Il governo britannico confida quindi che ci possano essere opportunità per introdurre nuovi accordi ed evitare un aumento dei prezzi per i britannici in visita in buona parte dell’Europa continentale.