Una canzone di Jim Croce

Dopo anni di insicurezze sulla musica, stava andando forte

(AP Photo)
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Non avrei messo una lira su un disco nuovo dei Crowded House nel 2021: pop band australiana – lui è neozelandese, in realtà – di vecchissima data e grande successo laggiù e altrove, e da noi nota quasi soltanto per quella fantastica canzone che molti credono sia di Venditti. E invece questa canzone è bella, e ora mi ascolto il resto (su Spotify): Andrew Stafford del Guardian ne scrive assai bene.
Io dopo un po’ mi sono annoiato, a guardare Inside, ma la canzoncina sui tic di Instagram delle “white women” è indimenticabile.

I got a name
Jim Croce

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Avevo un compagno di liceo molto appassionato di Jim Croce: suonava la chitarra e gli piaceva molto quel genere chitarra e voce, che a me spesso annoiava (ci associavo anche Jorma Kaukonen, allora). Jim Croce aveva una gran faccia facciosa con dei super baffi e mai direi oggi – se non lo sapessi – che quella faccia avesse meno di trent’anni. Morì che ne aveva trenta e mezzo, quando il suo aereo si schiantò contro un albero decollando da un aeroporto della Louisiana subito dopo un suo concerto, e per raggiungerne un altro il giorno dopo: altre cinque persone morirono con lui.

Era il 20 settembre 1973: lui stava andando forte e aveva messo una canzone al primo posto nelle classifiche americane, dopo anni di insicurezze sulla musica e di lavori vari, ma progettava già di darci un taglio e stare più tempo a casa con sua moglie e suo figlio piccolo. Il giorno dopo l’incidente sarebbe uscito il suo singolo I got a name, che – caso raro – non aveva scritto lui, ma due leggendari autori di canzoni americani, Norman Gimbel e Charles Fox: che sono quelli che hanno scritto sia Killing me softly with his song che la canzone di Happy Days, per dire. Pazzesco, no?

Like the pine trees linin’ the windin’ road
I’ve got a name, I’ve got a name
Like the singin’ bird and the croakin’ toad
I’ve got a name, I’ve got a name

Dopo, la canzone ebbe cover e usi vari (più di recente nel film Django Unchained di Tarantino). È proprio bella.


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