I due principali partiti indipendentisti catalani si sono accordati per formare un governo, dopo mesi di negoziati

Pere Aragonès (ERC), a sinistra, insieme e Jordi Sànchez (JuntsxCat) a Barcelona (EPA/QUIQUE GARCIA)
Pere Aragonès (ERC), a sinistra, insieme e Jordi Sànchez (JuntsxCat) a Barcelona (EPA/QUIQUE GARCIA)

Tre mesi dopo le ultime elezioni in Catalogna (Spagna), i due principali partiti indipendentisti della regione hanno annunciato un accordo preliminare per formare un nuovo governo: Esquerra Republicana (ERC), di sinistra, e Junts per Catalunya (JuntsxCat), di centrodestra, si sono accordati per sostenere un governo guidato da Pere Aragonès (ERC) evitando così di andare a nuove elezioni. Aragonès è già presidente ad interim: aveva assunto l’incarico nel settembre 2020, quando l’allora presidente Quim Torra era stato costretto a lasciare il suo posto a seguito di una condanna per disobbedienza pronunciata dal Tribunale supremo spagnolo. Secondo l’accordo raggiunto, i due partiti guideranno sette ministeri ciascuno: il voto di fiducia del parlamento si terrà probabilmente entro la fine della settimana.

Le elezioni si erano tenute a metà febbraio. Il partito più votato era stato il Partito socialista catalano (PSC), contrario all’indipendenza e formazione locale del Partito socialista attualmente al potere al governo centrale di Madrid, ma le formazioni indipendentiste avevano superato insieme il 50 per cento dei consensi, per la prima volta. ERC aveva ottenuto il 21,3 per cento dei voti, JuntsxCat il 20 per cento, la Candidatura popolare unita (CUP), di estrema sinistra, il 6,6 per cento. In totale i tre partiti avevano ottenuto 74 seggi, superando abbondantemente la maggioranza assoluta di 68.

Nonostante la vittoria degli indipendentisti, i negoziati per la formazione di un governo sono stati molto complicati, soprattutto per le tensioni presenti da tempo tra ERC e JuntsxCat, che hanno sviluppato due strategie diverse per ottenere il raggiungimento dell’indipendenza della Catalogna: JuntsxCat ha più volte accusato ERC di avere abbandonato la lotta per l’indipendenza a favore di un approccio più pragmatico, mentre ERC ha accusato JuntsxCat di voler perseguire il suo obiettivo senza avere sufficiente appoggio popolare (quindi di essere troppo radicale).

Nell’accordo raggiunto lunedì è previsto anche un ruolo rilevante nel nuovo governo del Consell de la República, cioè quell’organo guidato da Waterloo, in Belgio, da Carles Puigdemont (JuntsxCat), l’ex presidente catalano che pronunciò la dichiarazione di indipendenza della Catalogna al parlamento regionale nel 2017, prima di lasciare la Spagna per evitare di essere processato dai tribunali del suo paese. L’influenza del Consell de la República nel nuovo governo era uno dei principali motivi di scontro durante i negoziati, perché ERC voleva limitare al massimo i poteri dell’organo sulla presidenza di Aragonès: le due parti hanno infine trovato un compromesso, riconoscendo un ruolo a Puigdemont, ma non così importante come sperava JuntsxCat.