In India sono state trovate decine di corpi nel fiume Gange, e si sospetta che siano persone morte di COVID-19 che non era possibile cremare

Alcune persone mettono dei fiori intorno al corpo di un familiare morto per COVID-19, prima della cremazione nel Gange a Prayagraj, in India (AP Photo/Rajesh Kumar Singh)
Alcune persone mettono dei fiori intorno al corpo di un familiare morto per COVID-19, prima della cremazione nel Gange a Prayagraj, in India (AP Photo/Rajesh Kumar Singh)

Nel nord dell’India, nella zona del confine tra gli stati del Bihar e dell’Uttar Pradesh, sono stati trovati almeno 40 corpi nel fiume Gange che secondo i media indiani potrebbero essere di persone morte per COVID-19: diverse testimonianze di residenti sostengono che i corpi siano stati gettati nel fiume per il sovraffollamento dei siti di cremazione – visti i numerosi morti per COVID-19 nel paese – o perché le famiglie non potevano permettersi di sostenere le spese funebri. Secondo alcuni mezzi d’informazione i corpi trovati nel Gange sarebbero anche di più, almeno un centinaio, e le loro condizioni suggeriscono che fossero lì da giorni.

Da diverse settimane l’India sta vivendo il momento peggiore dall’inizio della pandemia: in totale nel paese sono stati registrati oltre 22,6 milioni di contagi da coronavirus e quasi 250mila morti per COVID-19. La situazione è rapidamente peggiorata tra fine aprile e inizio maggio, e ultimamente per diversi giorni consecutivi sono stati registrati più di 400mila contagi, cioè il dato ufficiale più alto tra gli stati di tutto il mondo dall’inizio della pandemia. 

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