Una canzone dei Deep Forest

Come rendere la musica andina un po' meno una noia mortale

EPA/ATTILA BALAZS HUNGARY OUT
EPA/ATTILA BALAZS HUNGARY OUT

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C’è la canzone nuova di Billie Eilish, forse la voce meritava un suono più naturale con questo arrangiamento, ma non è male.
Invece tra una settimana ce n’è una nuova dei Coldplay.
Ben Watt è il cantautore che fu metà della band Everything by the girl, di cui qui parliamo più spesso per via dell’altra metà Tracey Thorn (loro due sono anche dolci metà, come si dice): le cose che lui ha fatto dopo da solo non competono con quelle sempre stupende di lei, e sono spesso un po’ monocordi per me. Anche questo EP nuovo (fatto un po’ di avanzi, qui è su Spotify), che però inizia con una bella versione acustica di un pezzo pescato da tutt’altri repertori, ovvero That’s the way love is, che fu un successo di house music di una band di Chicago che si chiamava Ten City, alla fine degli anni Ottanta.
Vi avevo raccontato con apprensione della deriva gastronomica di Adam Duritz dei Counting Crows, che da alcuni mesi si è messo a pubblicare video tutorial di cucina a ripetizione. Oggi mi sono imbattuto in quello dedicato al cacciucco, o come lo pronuncia lui. Per fortuna il 21 esce il disco.

While the Earth sleeps
Deep Forest

Prima ancora che la “World music” conoscesse quella moda di cui abbiamo parlato di recente, c’erano state le famose manifestazioni di insofferenza di Lucio Dalla

La musica andina, che noia mortale
Sono più di tre anni
Che si ripete sempre uguale

e di Battiato, più estese

Non sopporto i cori russi
La musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese
Neanche la nera africana 

Quell’elemento di noia e pesantezza che in molti percepivano – o tuttora percepiscono – in certe “contaminazioni” di quel genere è stato poi un po’ sparigliato da musicisti che hanno invece attinto ad altri continenti ma per fare cose più vivaci o dance, o in cui comunque gli arrangiamenti sono più moderni, mentre più “tradizionali” restano le voci (qui ci infilo la famosa canzone indiana che è dentro Inside man di Spike Lee, gran film di rapina).
Metteteci la scuola francese di musica elettronica che è andata forte a cavallo del millennio, e avete i Deep Forest, un duo che si fece notare subito con questa cosa strana che fece il botto nel 1992, poi con questa di simile andamento (che fu usata da Altman in Prêt-à-porter, il film), e poi nel 1995 mise insieme While the earth sleeps per i titoli del film Strange days, cambiando ritmo e finendo nelle discoteche di mezzo mondo (anche se versioni remixate delle due precedenti già erano andate forte).

Quell’altro che canta, insieme a un coro georgiano e a una cantante bulgara, è l’ex cantante dei Genesis.


While the Earth sleeps su Spotify
While the Earth sleeps su Apple Music non c’è
While the Earth sleeps  su YouTube