La Nuova Zelanda ha approvato una legge per estendere il congedo pagato in caso di aborto spontaneo

La parlamentare laburista Ginny Andersen (sinistra) e la prima ministra neozelandese Jacinda Ardern (Hagen Hopkins/ Getty Images)
La parlamentare laburista Ginny Andersen (sinistra) e la prima ministra neozelandese Jacinda Ardern (Hagen Hopkins/ Getty Images)

Mercoledì il parlamento della Nuova Zelanda ha approvato un disegno di legge che amplierà il diritto delle coppie al congedo dal lavoro pagato in caso di aborto spontaneo o di figli nati morti. La legge neozelandese prevede già che in questi casi le coppie possano beneficiare di un congedo pagato di tre giorni, ma la gravidanza deve aver superato le 20 settimane: la legge, che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi, garantirà il congedo pagato indipendentemente dal momento in cui si verifica l’aborto spontaneo. Secondo la parlamentare laburista che ha proposto la legge, Ginny Andersen, la Nuova Zelanda è il primo paese a estendere questa forma di tutela anche alle prime settimane di gravidanza.

L’organizzazione benefica Sands New Zealand, che sostiene i genitori a cui è morto un figlio durante la gravidanza, ha detto che nel paese ci sono dai 5.900 agli 11.800 aborti spontanei o figli nati morti ogni anno; secondo l’Associazione nazionale delle ostetriche neozelandesi, più del 95 per cento degli aborti spontanei si verifica nelle prime 12-14 settimane di gravidanza. Andersen ha detto che il disegno di legge non riguarda l’interruzione volontaria di gravidanza; il congedo sarà esteso sia alle donne che ai loro partner, e alle coppie che vogliono avere figli tramite adozione o maternità surrogata.

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