Donald Trump, Vladimir Putin
(AP Photo/Susan Walsh, File)

Anche alle presidenziali del 2020 la Russia avrebbe cercato di aiutare Trump

Come aveva già fatto nel 2016: lo sostiene l'intelligence statunitense in un rapporto appena pubblicato

Secondo un nuovo rapporto (PDF) del National Intelligence Council, organo che riunisce le varie agenzie dell’intelligence statunitense, il governo russo avrebbe cercato di favorire la rielezione di Donald Trump alle elezioni presidenziali del 2020, poi vinte da Joe Biden. La Russia aveva già interferito nelle elezioni statunitensi del 2016 favorendo la vittoria di Trump, ritenuto più manipolabile della sua avversaria Democratica Hillary Clinton e maggiormente allineato agli obiettivi strategici russi, come l’indebolimento della NATO e del legame fra Stati Uniti e Unione Europea.

Il rapporto spiega che l’interferenza russa si è sviluppata in maniera diversa rispetto al 2016.

Cinque anni fa i russi provarono a penetrare l’infrastruttura informatica che gestiva il voto e condizionarono il dibattito pubblico sui social network: per esempio diffondendo notizie false su Clinton, anche con l’uso di profili automatizzati, e servendosi di Wikileaks per spargere informazioni imbarazzanti sul suo conto. A un certo punto il comitato elettorale di Trump fu anche guidato da un consulente politico Repubblicano sostanzialmente gestito dai russi, Paul Manafort, graziato da Trump negli ultimi giorni del suo mandato.

– Leggi anche: Cosa dice il rapporto finale su Trump, la Russia e le elezioni del 2016

Nel 2020 invece, spiega il rapporto, «un elemento centrale della strategia portata avanti dai russi è stata l’utilizzo di personaggi vicini al mondo dell’intelligence per promuovere narrazioni – comprese alcune notizie fuorvianti o non comprovate contro Joe Biden – e influenzare media, funzionari e personaggi pubblici statunitensi, alcuni dei quali vicini all’ex presidente Trump e alla sua amministrazione».

Il rapporto non contiene nomi ma il New York Times ritiene che quest’ultima frase si riferisca soprattutto a Rudy Giuliani, l’ex sindaco Repubblicano di New York diventato avvocato personale di Trump, che per mesi era stato in contatto con personaggi russi vicini al governo e aveva diffuso diverse teorie complottiste sul conto di Biden. Nel passaggio sui media il rapporto potrebbe invece riferirsi alle tv statunitensi come Fox News o OAN, che durante la campagna elettorale aveva spesso rilanciato notizie false o infondate sul conto di Biden. Le operazioni di influenza, si legge nel rapporto, sono state ordinate dal presidente russo Vladimir Putin.

Il rapporto cita inoltre i tentativi portati avanti da altri paesi: per esempio dall’Iran, che avrebbe cercato di favorire i Democratici inviando minacciose mail a elettori Democratici a nome del gruppo di neonazisti Proud Boys, nel tentativo di spaventarli e convincerli a votare Biden (negli ultimi anni Trump ha spesso indicato l’Iran come uno dei principali nemici degli Stati Uniti). La Cina invece avrebbe valutato se interferire o meno nelle elezioni statunitensi ma alla fine avrebbe deciso di non compiere alcuna operazione.

Quasi sicuramente Trump e la Russia respingeranno ogni accusa, così come avevano fatto nel 2016. Rudy Giuliani non ha ancora commentato il rapporto.

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