L’Unione Europea cerca i vaccini negli Stati Uniti

Per ridurre gli effetti delle mancate consegne, chiederà l'esportazione dagli Stati Uniti di milioni di dosi di AstraZeneca, dice il Financial Times

(Antonio Masiello/Getty Images)
(Antonio Masiello/Getty Images)

L’Unione Europea chiederà agli Stati Uniti di consentire l’esportazione di milioni di dosi del vaccino contro il coronavirus prodotto da AstraZeneca. La richiesta di collaborazione, per ora non ufficiale e resa nota dal Financial Times, sarà presentata con l’obiettivo di limitare gli effetti delle mancate consegne in Europa annunciate dall’azienda farmaceutica. «Confidiamo di poter collaborare con gli Stati Uniti per garantire che i vaccini prodotti o confezionati negli Stati Uniti per l’adempimento degli obblighi contrattuali dei produttori di vaccini con l’UE saranno pienamente onorati», ha detto una fonte della Commissione Europea citata dal Financial Times.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha inoltre sentito venerdì il presidente statunitense, Joe Biden, per avviare alcune collaborazioni contro la pandemia. Oltre alle dosi già pronte, l’Unione Europea vorrebbe ulteriori garanzie sull’accesso alle materie prime necessarie per produrre i vaccini, soprattutto quelli a base di RNA messaggero.

Nei mesi scorsi l’Unione Europea aveva sottoscritto accordi per acquistare fino a 400 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca, e altri 2 miliardi di dosi da altre aziende farmaceutiche. Nonostante la campagna vaccinale sia iniziata a fine dicembre 2020, al momento i ritmi di somministrazione continuano a essere piuttosto lenti nei paesi europei: sono state somministrate 33 milioni di dosi e 11 milioni di persone hanno ricevuto la seconda dose. AstraZeneca si era impegnata a consegnare 90 milioni di dosi entro la fine di marzo, ma a gennaio aveva comunicato un taglio tra il 65 e il 70 per cento, e di un altro 50 per cento nel secondo trimestre.

In Italia era prevista la consegna di cinque milioni di dosi nel primo trimestre e 20 milioni nel secondo. «Sono quantità che possono essere anche importate da altri Paesi e attualmente stiamo cercando di ottimizzare la nostra catena di produzione con tutti gli impianti che abbiamo nel mondo», ha spiegato di recente Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneca Italia, in un’intervista a ClassCnbc.

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Senza un approvvigionamento costante sarà molto difficile raggiungere l’obiettivo di vaccinare il 70 per cento della popolazione adulta entro la fine dell’estate, come dichiarato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Questa settimana la Commissione Europea e l’Italia hanno bloccato l’esportazione di 250mila dosi di vaccino AstraZeneca destinate all’Australia. Il blocco della spedizione è stato disposto grazie al meccanismo introdotto dall’Unione Europea alla fine di gennaio per controllare le esportazioni grazie all’obbligo di autorizzazione. Le 250mila dosi bloccate erano state infialate nello stabilimento dell’azienda Catalent di Anagni, in provincia di Frosinone.

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Il ministero degli Esteri italiano ha spiegato che la scelta di non autorizzare l’esportazione è stata presa con tre motivazioni: la diffusione del virus in Australia è contenuta e non grave come in Europa, continuano ad esserci problemi di carenze di vaccini nei paesi europei, e infine l’elevato numero di dosi di vaccino oggetto della richiesta di autorizzazione all’esportazione rispetto alla quantità di dosi finora fornite all’Italia e, più in generale, ai Paesi dell’UE.

La decisione di bloccare la spedizione è stata accolta con soddisfazione dagli altri paesi europei. Il ministero della Salute francese Olivier Veran ha detto di aver compreso la decisione del governo italiano e ha spiegato che la Francia «potrebbe fare lo stesso». Il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, ha detto che le esportazioni non verranno interrotte se le aziende rispetteranno i contratti con l’Unione Europea.

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