Israele ha chiuso la sua costa dopo che tonnellate di bitume si erano depositate sulle spiagge

Pezzi di bitume sulla spiaggia della riserva naturale di Gador, vicino alla città di Hadera, in Israele (AP Photo/Ariel Schalit, LaPresse)
Pezzi di bitume sulla spiaggia della riserva naturale di Gador, vicino alla città di Hadera, in Israele (AP Photo/Ariel Schalit, LaPresse)

Domenica Israele ha chiuso tutte le sue spiagge sul mar Mediterraneo, dopo che una fuoriuscita di petrolio in mare aperto aveva fatto depositare tonnellate di bitume su circa 170 chilometri di costa (la costa mediterranea di Israele si estende per circa 195 chilometri). Secondo gli attivisti e il ministero della Protezione ambientale israeliano, almeno mille tonnellate di bitume sarebbero state trasportate dal mare sulle spiagge.

Non è stato ancora chiarito del tutto da dove sia fuoriuscito il petrolio: secondo il ministero della Protezione ambientale è probabile che si tratti di una petroliera, ma individuarla potrebbe non essere facile, perché è possibile che stesse operando illegalmente e quindi che non fosse monitorata. Le autorità israeliane stanno lavorando con i funzionari europei per controllare tramite le immagini satellitari chi ha attraversato l’area da cui proviene il petrolio che ha generato il bitume.

L’autorità d’Israele per la natura e i parchi ha detto che si tratta di uno dei più gravi disastri ecologici della storia del paese e i ministri dell’Interno, della Salute e della Protezione ambientale hanno diffuso un comunicato congiunto per chiedere alle persone di evitare le zone coinvolte. L’esposizione al bitume potrebbe essere dannosa e sta già causando grossi danni alla fauna locale.