Ursula von der Leyen dice che l’Europa si è mossa in ritardo sui vaccini

«Siamo stati troppo ottimisti e forse troppo fiduciosi che quelli che avevamo ordinato sarebbero stati consegnati in tempo»

(Johanna Geron, Pool via AP)
(Johanna Geron, Pool via AP)

Mercoledì durante la riunione plenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles, in Belgio, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha parlato dello stato delle vaccinazioni contro il coronavirus nell’Unione Europea e delle difficoltà avute nelle ultime settimane nel fornire ai paesi membri abbastanza dosi.

«Non siamo al punto dove vorremmo essere. Ci siamo mossi in ritardo con le autorizzazioni. Siamo stati troppo ottimisti riguardo alla produzione di massa [dei vaccini] e forse troppo fiduciosi che quelli che avevamo ordinato sarebbero stati consegnati in tempo»

Pur ammettendo i ritardi nella vaccinazione di massa indirizzata ai 447 milioni di abitanti dell’Unione Europea, nel suo discorso Von der Leyen ha però ribadito la promessa che entro la fine dell’estate il 70 per cento degli adulti sarà vaccinato. Ha anche sottolineato l’importanza di un impegno collettivo da parte dell’Unione Europea per acquistare vaccini in massa da distribuire ai singoli paesi, per non far sì che i più poveri rimangano indietro.

La Commissione Europea aveva autorizzato su parere favorevole dell’EMA (l’agenzia dell’Unione Europea che si occupa di farmaci) i vaccini sviluppati da Pfizer-BioNTech e Moderna rispettivamente il 21 dicembre e il 6 gennaio, mentre la raccomandazione di quello di AstraZeneca era arrivata solo il 29 gennaio, dopo una serie di problemi durante la fase di sperimentazione, ma soprattutto dopo un teso confronto tra la Commissione e l’azienda.

I ritardi con la distribuzione dei vaccini erano iniziati a metà gennaio quando Pfizer aveva comunicato che tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio sarebbero state consegnate meno dosi del vaccino realizzato insieme a BioNTech rispetto a quelle previste. L’azienda aveva spiegato che i ritardi di consegna erano causati da interventi di potenziamento nello stabilimento belga di Puurs che consentiranno di aumentare la produzione di vaccini nei prossimi mesi.

AstraZeneca invece aveva detto di voler ridurre del 75 per cento le forniture ai paesi europei, provocando una controversia tra l’azienda e l’Unione: in tutto le dosi del vaccino sviluppato da AstraZeneca consegnate ai paesi membri nel primo trimestre del 2021 saranno 40 milioni, circa la metà di quelle inizialmente concordate.

Successivamente la Commissione Europea ha annunciato che Pfizer e BioNTech consegneranno ulteriori 75 milioni di dosi del vaccino da loro sviluppato «nel secondo trimestre dell’anno», arrivando a consegnare fino a 600 milioni di dosi nell’arco del 2021, e che AstraZeneca fornirà all’Unione Europea altre 9 milioni di dosi di vaccino contro il coronavirus entro marzo.