Un’altra canzone degli Hothouse Flowers

In questo caso esplicitamente e immediatamente notturna: alle quattro, tipo

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
È morto Jim Weatherly, cantautore country che era famoso soprattutto per aver scritto una meraviglia di canzone, Midnight train to Georgia, resa famosa da Gladys Knight ma che vi rifilerò anche nella stupenda versione di Neil Diamond da quel suo tardo disco di cover a cui ho già attinto (o qui per i fan di Modern Family). A pensarci, la Georgia è lo stato che forse più ha dato alla titolazione delle belle canzoni, probabilmente ancora per quella questione delle gi dolci di cui dicevamo ieri per Imagine.
Oggi mi è arrivato un passaparola di questa canzone della giovane romana Maddalena, ed è tutto il giorno che canticchio il refrain.

Baby is it over now
Ogni tanto divago, qui: stasera invece torniamo a quelle canzoni quiete e notturne molto quiete e notturne. In questo caso esplicitamente e immediatamente notturne.

I’m wide awake, it’s four in the morning
The tv’s on, there’s a hurricane warning

Degli Hothouse Flowers avevamo già parlato. Sono irlandesi, hanno fatto molte canzoni di grande bellezza con un momentaneo successo britannico e americano tra la fine degli ottanta e l’inizio dei Novanta.
In Irlanda lui e gli Hothouse flowers sono stati leggendari, adesso sono amati da chi li ricorda: nel 1988, promossi dagli U2, fecero un disco che è tuttora il disco di esordio più venduto del paese e che andò bene in diversi altri posti del mondo. Loro erano piuttosto musicisti di strada, di quel genere irlandese, e rischiarono di diventare gli U2: ma i loro dischi successivi andarono un po’ meno bene, e poi un po’ meno e poi niente. Da metà degli anni Novanta vanno soprattutto in giro. Qui lui parla di sé, tre mesi fa.
Facevano e fanno un rock di frequenti dolcezze e lui ha una voce capace di grandi robustezze e grandi soavità. Vi consiglierei diverse loro canzoni, casomai sono qui.

Questo invece è un disco che si fecero da soli nel 2016, e che poi ha avuto qualche maggiore riedizione e promozione di recente. È bello come i primi, e ha dentro Baby is it over now. A cantare è Peter O’Toole, l’altro, rispetto alla faccia più nota di Liam Ó Maonlaí, di cui scrivevo l’altra volta. Ci sono rime semplici quasi da filastrocca e il ritornello si limita a replicare la frase del titolo, sopra una ripetizione di accordo di piano che va avanti dall’inizio: ma potrebbero proseguire entrambi per minuti e minuti, e tirare l’alba.

Baby is it over now
Baby is it over now
Baby is it over now
Baby is it over now
Baby is it over now
Baby is it over now


Baby is it over now su Spotify
Baby is it over now su Apple Music
Baby is it over now su YouTube