L’Indonesia ha vietato l’abbigliamento religioso obbligatorio nelle scuole

Una classe di una scuola a Giacarta, la capitale dell'Indonesia (AP Photo/Tatan Syuflana, LaPresse)
Una classe di una scuola a Giacarta, la capitale dell'Indonesia (AP Photo/Tatan Syuflana, LaPresse)

Mercoledì il governo indonesiano ha emesso un decreto che vieterà l’obbligo di indossare determinati indumenti per ragioni religiose nelle scuole pubbliche, dopo che si era parlato molto di un caso in cui una studentessa cristiana era stata costretta a indossare il velo in classe. Il ministro dell’Istruzione e della Cultura, Nadiem Magarim, ha detto che l’abbigliamento religioso è «un diritto di un individuo, non la decisione di una scuola». Le scuole avranno un mese per ritirare eventuali regolamenti che vadano contro la nuova legge.

L’Indonesia, con quasi 270 milioni di abitanti, è il più grande paese al mondo a maggioranza musulmana, ma riconosce ufficialmente altre 5 religioni. Da tempo ci sono però crescenti preoccupazioni sull’eccessiva “islamizzazione” dello stato, di cui si è riparlato di recente per il ritorno in Indonesia del noto radicale religioso Rizieq Shihab. Nei suoi discorsi, Rizieq ha spesso sostenuto che l’Indonesia debba essere unita sotto un solo dio e che le persone di religione musulmana debbano imporre le proprie regole sui gruppi minoritari.

– Leggi anche: La «rivoluzione morale» di Rizieq Shihab