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  • Venerdì 5 febbraio 2021

«Diplomacy is back»

Lo ha detto Joe Biden, nel suo primo importante discorso sulla politica estera da quando è presidente degli Stati Uniti

(AP Photo/Evan Vucci)
(AP Photo/Evan Vucci)

Per la prima volta da quando è presidente, la sera del 4 febbraio Joe Biden ha visitato il dipartimento di Stato, l’ufficio che si occupa della politica estera statunitense, e ha annunciato una serie di importanti decisioni sulla politica estera degli Stati Uniti. Biden ha detto che cancellerà il ritiro parziale delle truppe statunitensi in Germania, che interromperà l’appoggio statunitense all’Arabia Saudita per quanto riguarda la guerra in Yemen e che si impegnerà per sostenere all’estero i diritti delle persone LGBT+. Durante il suo discorso, Biden ha detto, con un chiaro riferimento alla politica estera del suo precedessore Donald Trump:

«È tornata l’America. È tornata la diplomazia»

In quello che è stato il suo primo importante discorso da presidente sulla politica estera statunitense, Biden – che ha parlato dopo la vicepresidente, Kamala Harris, e dopo il segretario di Stato, Anthony Blinken – ha preso più volte le distanze da Trump sia per quanto riguarda il metodo, annunciando una maggiore cooperazione con gli alleati e un approccio meno istintivo al processo decisionale, sia il merito.

Biden per esempio ha parlato dell’oppositore russo Alexei Navalny chiedendone il rilascio «immediato e incondizionato», mentre Trump aveva più volte lodato il presidente autoritario della Russia, Vladimir Putin. Poi ha citato il colpo di stato in Myanmar auspicando il ritorno della democrazia (Trump era noto invece per la sua fascinazione verso i leader autoritari).

– Leggi anche: “Myanmar” o “Birmania”?

Nel suo discorso Biden ha anche detto che intende aumentare il numero di rifugiati che saranno ammessi in un anno negli Stati Uniti. L’intenzione di Biden è di riportarlo a 125mila: le ammissioni erano arrivate a essere 110mila durante l’amministrazione di Barack Obama ed erano scese fino a 15mila durante quella di Trump, il quale – come ha fatto notare Associated Press – dopo essere diventato presidente aveva fatto passare circa un anno prima di visitare il dipartimento di Stato.

Biden ha anche annunciato che nominerà un inviato speciale per lo Yemen, un piccolo paese nel Golfo Persico in cui da più di sei anni c’è una guerra che si stima abbia causato la morte di almeno 100mila persone. Finora, prima con Barack Obama e poi con Donald Trump, gli Stati Uniti avevano fatto parte di una coalizione con l’Arabia Saudita e contro gli Houthi, un gruppo di ribelli sciiti yemeniti appoggiati dall’Iran. A inizio gennaio, quando ancora era in carica Trump, l’allora segretario di Stato Mike Pompeo aveva deciso di inserire gli Houthi nella lista delle organizzazioni terroristiche.