• Mondo
  • Sabato 16 gennaio 2021

Armin Laschet è il nuovo leader della CDU tedesca

Era considerato il candidato di continuità rispetto ad Angela Merkel, e ha battuto Friedrich Merz dell'ala destra del partito

Armin Laschet mostra una moneta portafortuna regalatagli dal padre, 16 gennaio 2021 (Odd Andersen/Pool via AP, La Presse)
Armin Laschet mostra una moneta portafortuna regalatagli dal padre, 16 gennaio 2021 (Odd Andersen/Pool via AP, La Presse)

Armin Laschet, primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia dal 2017, è stato eletto presidente dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU), il partito della cancelliera tedesca Angela Merkel e principale forza politica in Germania. Laschet, 59 anni, era considerato il candidato di continuità rispetto alla leadership di Merkel: al congresso, tenuto online, ha preso 521 voti. Friedrich Merz, avvocato milionario che esprimeva l’ala destra della CDU e che era considerato il favorito per la vittoria, ne ha presi 466.

Laschet lo ha battuto al ballottaggio, dopo che al primo turno Merz era stato il candidato più votato. Il terzo candidato era Norbert Röttgen, uno dei maggiori esperti di politica estera della CDU. Laschet non sarà automaticamente il candidato cancelliere alle elezioni federali del prossimo settembre, quelle che segneranno la fine del governo Merkel, ma ci sono buone probabilità che lo diventi.

Dopo che nel febbraio 2020 la candidata scelta da Merkel per la sua successione, Annegret Kramp-Karrenbauer, aveva annunciato le sue dimissioni dalla presidenza della CDU a causa di un grosso scandalo nello stato tedesco di Turingia, Laschet era diventato il leader di partito considerato il successore ideale di Merkel, dal punto di vista della continuità politica.

Con una lunga esperienza di governo, Laschet può contare su consensi rassicuranti nello stato della Renania Settentrionale-Vestfalia, il più popoloso della Germania e con una forte tradizione socialdemocratica, ma in cui riuscì comunque a vincere le elezioni nel 2017. Gode dell’appoggio di molti importanti esponenti del partito, compreso lo stretto alleato Jens Spahn, giovane ministro della Salute tedesco, e ha fatto una campagna elettorale insistendo sull’europeismo e sull’atlantismo. Nei suoi anni di militanza nel partito, non ha mai avuto scontri con Merkel.

Ma c’è qualche dubbio sulla sua capacità di svolgere un importante ruolo di governo sulla scena nazionale, e soprattutto internazionale. Di recente, Laschet aveva subìto nuove critiche soprattutto per la sua gestione piuttosto blanda delle misure restrittive contro l’epidemia da coronavirus: il fatto che sia stato più criticato di altri leader di stati tedeschi più colpiti dalla pandemia, hanno suggerito in molti, dimostrerebbe come Laschet non sia ancora pronto per far valere le sue posizioni da cancelliere della Germania e leader del paese più potente all’interno dell’Unione Europea.

Merz era comunque assai più controverso. Politico lo aveva descritto così: «Uomo, bianco, vecchio, aggressivo, parla di gay e pedofili come se fossero la stessa cosa, sminuisce le discussioni sulle questioni di genere definendole una perdita di tempo e non sopporta Angela Merkel. Non potrebbe essere più lontano dallo spirito del tempo». Merz è conosciuto soprattutto per il suo conservatorismo riguardo alle questioni fiscali e alle sue posizioni particolarmente dure sull’immigrazione.

Il candidato come cancelliere tedesco alle elezioni di settembre sarà scelto tra alcuni mesi. Uno dei principali candidati alternativi ai tre in lizza per la guida del partito è proprio Spahn, ministro della Salute molto apprezzato per la sua gestione della pandemia, che si è presentato al congresso come vice di Laschet. Un altro è Markus Söder, primo ministro della Baviera e leader della CSU, partito gemello della CDU in Baviera con il quale verrà scelto il candidato comune per le elezioni.