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  • Mercoledì 13 gennaio 2021

Trump è sotto impeachment per la seconda volta

Con l'accusa di avere istigato l'attacco al Congresso: la Camera ha approvato la mozione, e ora il Senato dovrà fare il processo

(House Television via AP)
(House Television via AP)

La Camera dei deputati degli Stati Uniti ha approvato l’istituzione di un processo per impeachment per il presidente uscente Donald Trump, che se completato rimuoverà Trump dal suo incarico. Hanno votato a favore 232 deputati, tra cui 10 Repubblicani, e i contrari sono stati 197. Per la prima volta nella storia un presidente statunitense sarà messo sotto impeachment per una seconda volta, dopo il processo a cui era stato sottoposto Trump all’inizio del 2020 per le pressioni sul presidente ucraino affinché aprisse un’indagine contro Joe Biden. La pratica passerà quindi al Senato, che dovrà tenere il processo a Trump e poi votare sulla sua rimozione, che avverrà se saranno d’accordo almeno i due terzi dei senatori.

L’accusa, formulata dai Democratici, è una sola: avere «istigato l’insurrezione» di centinaia di propri sostenitori, che il 6 gennaio hanno attaccato il Congresso statunitense mentre certificava l’elezione di Biden a prossimo presidente degli Stati Uniti.

Ma il Senato è attualmente sospeso e dovrebbe tornare a riunirsi il 19 gennaio, un giorno prima che scada il mandato di Trump. I giornali americani scrivono che il leader dei Repubblicani al Senato Mitch McConnell – che fino al giuramento dei due nuovi senatori Democratici eletti in Georgia controllerà i lavori dell’aula – non vuole richiamare i senatori per fare il processo prima della fine del mandato di Trump. McConnel è descritto però come arrabbiatissimo riguardo all’assalto al Campidoglio, e secondo i media americani sta valutando di votare a favore dell’impeachment.

Durante le dichiarazioni di voto, diversi deputati Repubblicani hanno detto che sosterranno la mozione di impeachment: sembra che alla fine saranno tra i 10 e i 20, mentre secondo CNN altri sono d’accordo ma non lo voteranno temendo per la propria incolumità (nei giorni scorsi diversi parlamentari Repubblicani sono stati aggrediti verbalmente in pubblico dai sostenitori di Trump). La Camera poi ha discusso nel merito l’accusa: il Democratico Jamie Raskin, firmatario della mozione, ha detto che alcuni deputati hanno rischiato di morire durante l’attacco al Campidoglio. Ha parlato di cori che dicevano di impiccare il vice presidente Mike Pence, e di aver sentito i sostenitori di Trump urlare «dov’è Nancy?», riferendosi alla speaker della Camera Nancy Pelosi.

– Leggi anche: A cosa serve l’impeachment adesso?

Negli Stati Uniti la procedura di impeachment serve a rimuovere da un incarico la persona che lo ricopre. Non è un procedimento giudiziario, ma politico: la persona oggetto della procedura non viene condannata a pene come multe o il carcere, ma semplicemente rimossa dal proprio incarico. Nel caso del presidente degli Stati Uniti, la Costituzione stabilisce che possa essere rimosso dall’incarico qualora il Congresso lo giudichi colpevole di “gravi crimini e misfatti”: una definizione appositamente vaga, così da lasciare discrezionalità su cosa considerare tale.

Secondo i Democratici, avere istigato i propri sostenitori ad attaccare il Congresso è sufficiente per motivare il secondo processo di impeachment in due anni. La scorsa volta non ci fu nemmeno un deputato Repubblicano che votò a favore: a questo giro dieci deputati lo hanno fatto, e sembra probabile che li imiteranno un numero non ancora definito di senatori.

Secondo i giornali la Casa Bianca sembra impreparata a gestire una eventuale procedura di impeachment: l’amministrazione Trump finirà fra pochi giorni, e negli ultimi tempi il presidente uscente è stato di fatto abbandonato da diversi alleati dentro e fuori dal partito. Non è chiaro come reagirebbe, dunque, nel caso si concretizzi la possibilità che venga davvero rimosso dal suo incarico prima del 20 gennaio.

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