Un tribunale di Barcellona ha stabilito che 748 rider di Deliveroo non erano lavoratori autonomi, ma avevano un rapporto da dipendenti con l’azienda

Un rider di Deliveroo a Madrid, in Spagna, lo scorso 30 aprile. (Carlos Alvarez/ Getty Images)
Un rider di Deliveroo a Madrid, in Spagna, lo scorso 30 aprile. (Carlos Alvarez/ Getty Images)

Un tribunale di Barcellona ha stabilito che 748 rider che avevano lavorato per la società di consegna di cibo a domicilio Deliveroo avessero un rapporto di lavoro dipendente con l’azienda e non fossero lavoratori autonomi o collaboratori, come invece sosteneva l’azienda. La decisione è in linea con una sentenza dello scorso settembre della Corte suprema spagnola, secondo cui aziende come Deliveroo, Glovo e UberEats «non sono semplici intermediarie» tra i clienti e i fattorini che hanno una propria attività, bensì piattaforme che «svolgono un lavoro di coordinamento e organizzazione del servizio».

La sentenza del tribunale obbligherà Deliveroo a registrare i fattorini presso l’ente nazionale di previdenza sociale e a versare i contributi arretrati, per il periodo dal 2016 al 2018.

La giudice ha osservato che la presunta libertà che secondo Deliveroo avevano i rider «non era poi così ampia come voleva sembrare»: sia perché in caso di rifiuto dell’ordine da parte del fattorino non erano garantiti altri ordini minimi, sia perché il pagamento di un «salario» al fattorino «a fronte di ciascuna prestazione» è previsto nei rapporti di lavoro dipendente, chiarisce El Diario.

Inoltre, secondo la sentenza, Deliveroo ha controllato l’attività dei rider attraverso la sua piattaforma digitale, valutandoli in base non solo ai tempi di consegna e alla prestazione dei servizi, ma anche ai tempi di risposta per la presa in carico degli ordini e alla gestione del servizio nelle ore di punta. «Se la valutazione del fattorino era carente», ha spiegato la giudice, «gli veniva concesso un preavviso di 30 giorni durante il quale l’azienda valutava un suo eventuale cambio di atteggiamento e, diversamente, avrebbe potuto annullare l’iscrizione del rider sulla piattaforma e terminare la sua collaborazione».

Fino a questo momento in Spagna ci sono state 41 sentenze simili. El Diario ha spiegato che oggi dovrebbero riprendere le trattative tra governo e sindacati per la regolamentazione del rapporto di lavoro tra i rider e le aziende del settore.

– Leggi anche: Le manifestazioni dei rider in Italia, a novembre