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  • Domenica 3 gennaio 2021

Guida alle cruciali elezioni in Georgia

Oggi si vota per due seggi del Senato statunitense che potrebbero dare ai Democratici il controllo del Congresso, o ai Repubblicani un formidabile strumento di opposizione

Il 5 gennaio si vota negli Stati Uniti per le elezioni locali più attese da molti anni a questa parte. Si voterà infatti in Georgia – uno stato del Sud tradizionalmente conservatore, ma che ha votato per Joe Biden alle presidenziali di novembre – per due ballottaggi necessari ad eleggere i due senatori che rappresenteranno lo stato nel Senato federale nella nuova legislatura, che inizia il 3 gennaio. Le due elezioni sono così seguite perché incideranno parecchio sulle ambizioni della nuova amministrazione Democratica di Joe Biden, che alle elezioni di novembre ha sconfitto il presidente uscente Donald Trump, Repubblicano.

Se entrambe le elezioni fossero vinte dai candidati Democratici, i due principali partiti controllerebbero 50 senatori a testa. In caso di pareggio, però, le regole del Senato prevedono che possa votare anche la persona che presiede l’aula: cioè il vicepresidente degli Stati Uniti, che nella prossima legislatura sarà Kamala Harris, anche lei Democratica.

In caso di vittoria di entrambi i seggi, insomma, i Democratici otterrebbero il controllo sia della Casa Bianca, sia della Camera (che vinsero alle elezioni di metà mandato del 2018 e sono riusciti a conservare a quelle del 2020) sia di fatto del Senato, garantendo a Biden la possibilità di attuare più facilmente la sua agenda politica. Per contro, vincendo anche uno solo dei due seggi in ballo, i Repubblicani manterrebbero il controllo del Senato bilanciando le recenti vittorie dei Democratici.

I Repubblicani hanno candidato i due senatori uscenti, Kelly Loeffler e David Perdue, e stanno investendo nella campagna elettorale un mucchio di soldi: e probabilmente qualche anno fa avrebbero ottenuto entrambi i seggi abbastanza agevolmente, dato che il Congresso locale è saldamente nelle mani dei Repubblicani e i Democratici non riescono ad eleggere un senatore da più di 15 anni.

Da qualche tempo a questa parte però la Georgia sta attraversando dei cambiamenti socioeconomici che hanno consentito ai Democratici di recuperare terreno, tanto che alle elezioni presidenziali appena concluse Biden ha ottenuto più voti di Trump, e che nel 2018 la candidata Democratica Stacey Abrams – diventata poi uno dei volti più riconoscibili del partito a livello nazionale – perse per soli 55mila voti l’elezione per l’incarico di governatore, in un’elezione molto contestata.

– Leggi anche: Trump potrebbe graziarsi da solo?

Anche il primo turno delle elezioni previste per il 5 gennaio è stato piuttosto combattuto: Perdue e il suo sfidante Democratico Jon Ossoff sono arrivati a meno di 100mila voti di distanza su circa 5 milioni – Perdue però non ha superato il 50 per cento dei voti, necessario secondo le leggi statali per vincere al primo turno – mentre Loeffler è arrivata addirittura seconda in una elezione aperta con più di venti candidati, vinta dal candidato Democratico Raphael Warnock. Entrambe le elezioni sono considerate così in bilico che né i Democratici né i Repubblicani stanno spendendo soldi per realizzare sondaggi, preferendo investirli nella campagna vera e propria.

Chi sono i candidati
Nessuno dei quattro candidati ha una lunga carriera politica alle spalle, ma i due Repubblicani sono comunque i più esperti. David Perdue è stato eletto al Senato nel 2014 staccando di quasi otto punti la candidata Democratica, Michelle Nunn, dopo una carriera da manager in diverse società anche piuttosto famose, come l’azienda di abbigliamento Reebok (dove fu anche vicepresidente). Prima di entrare in politica era il CEO di Dollar General, una famosa catena americana di piccoli supermercati. Durante il suo mandato da senatore è stato famoso soprattutto per le sue operazioni in borsa, che gli hanno attirato diverse controversie e accuse di insider trading, nessuna delle quali finora ha avuto conseguenze legali.

Il New York Times ha scoperto che nei sei anni da senatore Perdue ha compiuto 2.596 operazioni, circa un terzo di quelle realizzate da tutti i membri del Senato nello stesso periodo di tempo. «I dati dimostrano anche che Perdue ha investito in diverse aziende che beneficiano di decisioni prese dal Senato e in particolare dalle commissioni e dalle sottocommissioni di cui è stato membro», ha aggiunto il New York Times.

Kelly Loeffler invece è in carica dal gennaio del 2020, quando il governatore della Georgia Brian Kemp la nominò come senatrice pro tempore per sostituire Johnny Isakson, che si dimise prima della fine del suo mandato per motivi di salute. Loeffler è la prima donna a ricoprire la carica di senatore in Georgia – se si esclude una nomina simbolica che risale al 1922 – ed è una manager e imprenditrice di successo piuttosto nota nei circoli Repubblicani: Forbes la considera «la persona più ricca che lavora al Congresso» – suo marito, Jeffrey Sprecher, è il presidente della Borsa di New York – ma negli ultimi anni si è fatta conoscere soprattutto come proprietaria delle Atlanta Dream, squadra di basket della lega femminile di NBA.

Loeffler si è definita la senatrice più a destra di tutto il Senato, e insieme a Perdue fa parte dei venti senatori Repubblicani che hanno votato più spesso misure proposte da Trump. Entrambi, in campagna elettorale, hanno sostenuto le accuse infondate di Trump su presunti brogli avvenuti a livello nazionale e in Georgia.

Da sinistra a destra: Loeffler, Perdue e Ivanka Trump durante un recente evento elettorale a Milton, in Georgia (Elijah Nouvelage/Getty Images)

I due candidati Democratici, invece, hanno scarsissima esperienza politica e sono molto diversi fra loro. Jon Ossoff, che sfida Perdue, ha appena 33 anni e nella vita ha fatto il collaboratore di un deputato e il capo di una piccola società inglese che produce documentari. Si è fatto notare nel 2018 per aver perso, di poco, una delle elezioni alla Camera più serrate di quella tornata elettorale. Quelli che lo conoscono lo descrivono come una persona brillante e talentuosa: in campagna elettorale Ossoff ha cercato di vendersi soprattutto come un Democratico saldamente progressista ma anche pragmatico, equidistante sia dallo stereotipo del Democratico di uno stato del Sud – centrista, d’accordo con i Repubblicani su quasi tutto – sia dall’ala sinistra del partito.

Raphael Warnock è invece una figura piuttosto nota in Georgia, nonostante sia alla prima esperienza politica. Dal 2005 infatti è pastore alla Ebenezer Baptist Church di Atlanta, la storica parrocchia di Martin Luther King, molto influente nella popolosa comunità afroamericana dello stato. In questi anni Warnock si è spesso speso per cause care ai Democratici come l’espansione della copertura sanitaria per i più poveri, la registrazione al voto dei cittadini che fanno parte di minoranze, maggiore controllo sui possessori di armi da fuoco; negli anni ha anche fatto dichiarazioni molto controverse che sono state usate contro di lui nelle ultime settimane, come quando nel 2011 disse che nessuna persona può servire «Dio e l’esercito nello stesso momento».

Ossoff a sinistra e Warnock a destra, fotografati durante un recente evento elettorale a Stonecrest, Georgia (Jessica McGowan/Getty Images)

Di cosa si è parlato in campagna elettorale
I candidati Repubblicani si sono concentrati soprattutto sul mantenere i voti degli elettori più fedeli a Trump, difendendo anche le tesi e le battaglie più surreali del presidente uscente, fra cui quella di annullare completamente i circa cinque milioni di voti espressi in Georgia alle elezioni presidenziali.

Nell’ambito di questo sforzo stanno insistendo sull’importanza di conservare il controllo Repubblicano sul Senato e cercando di dipingere i loro avversari Democratici come pericolosi estremisti, concentrandosi soprattutto su Warnock e le sue controverse prese di posizione. Nell’unico dibattito tenuto fra Loeffler e Warnock, a inizio dicembre, la senatrice in carica ha fatto riferimento al suo avversario chiamandolo «l’estremista di sinistra Raphael Warnock» al posto di usare il suo titolo attuale, cioè pastore.

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I candidati Democratici, per contro, hanno insistito molto sulla loro elezione per attuare appieno l’agenda del presidente eletto Joe Biden, e sulle controversie dei loro avversari: Ossoff definisce spesso Perdue «un corrotto», sia nei suoi comizi sia negli spot elettorali.


Negli ultimi giorni si è parlato soprattutto del nuovo pacchetto di misure economiche per bilanciare le conseguenze del coronavirus in discussione al Congresso. Perdue e Loeffler avevano lodato la proposta dei Repubblicani di includere un assegno da 600 dollari per ogni persona, come deciso altre volte nei mesi scorsi; la Camera controllata dai Democratici aveva però proposto di approvare un assegno molto più alto, da circa 2.000 dollari, e Trump a sorpresa aveva appoggiato la loro richiesta (salvo poi approvare il compromesso sui 600 dollari, in un secondo momento).

I due senatori Repubblicani si sono trovati così nella scomoda posizione di dover scegliere se appoggiare la misura dei Democratici e mantenersi allineati a Trump, oppure scegliere la posizione più conservativa del partito, che sta sostenendo la loro campagna elettorale mettendo a disposizione moltissimi mezzi e risorse.

I sondaggi e i dati sul voto anticipato
I ballottaggi sono fra le elezioni più difficili da predire, spiega il New York Times: entrambi i candidati devono contemporaneamente cercare di convincere i propri elettori a votare di nuovo per loro e attrarre quelli che al primo turno hanno scelto un altro candidato oppure non hanno votato. Entrambe le elezioni in Georgia sono inoltre diventate due delle più finanziate elezioni locali nella storia degli Stati Uniti, aggiungendo ulteriore imprevedibilità.

Come hanno dimostrato il primo turno e le elezioni presidenziali, inoltre, entrambi i seggi saranno probabilmente decisi da poche decine di migliaia di voti. Per vincere, i due candidati Repubblicani dovranno sia mantenere tutta la base elettorale fedele a Trump sia convincere qualche moderato spaventato dalla possibilità che i Democratici controllino tutti i principali luoghi di potere della politica nazionale. I candidati Democratici invece dovranno affidarsi nuovamente al sostegno delle crescenti minoranze etniche – che oggi compongono circa la metà della popolazione dello stato, e a novembre sono state mobilitate soprattutto dalle strutture messe in piedi da Stacey Abrams –, alla popolazione sempre più giovane e di sinistra che abita ad Atlanta, e al voto delle aree suburbane, che secondo alcune analisi è stato il principale responsabile della sconfitta di Trump alle elezioni presidenziali.

Per quanto riguarda il voto anticipato, finora hanno votato per i due seggi più di 3 milioni di persone: la percentuale di elettori afroamericani al momento è leggermente superiore ai dati registrati nello stesso periodo alle elezioni presidenziali – 32 per cento contro 30 – ma FiveThirtyEight spiega che sono dati poco significativi, dato che un eventuale piccolo vantaggio dei Democratici potrebbe essere compensato dal massiccio voto in presenza dei Repubblicani il 5 gennaio, come del resto accaduto in parte alle ultime elezioni presidenziali.