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  • Sabato 2 gennaio 2021

Nella famiglia reale britannica c’è un ramo africano?

Se ne sta parlando per via della serie di Netflix "Bridgerton", in cui la regina Carlotta è nera, come dice una discussa ricostruzione storica

La Regina Carlotta in "Bridgerton", interpretata dall'attrice inglese Golda Rosheuvel. (Netflix)
La Regina Carlotta in "Bridgerton", interpretata dall'attrice inglese Golda Rosheuvel. (Netflix)

Da qualche giorno su Netflix è disponible Bridgerton, una serie prodotta da Shonda Rhimes – la creatrice di Grey’s Anatomy – e ambientata nella Londra della prima metà dell’Ottocento. Tra i vari personaggi, fittizi, compare anche la regina Carlotta, che aveva sposato re Giorgio III nel 1761, e che nella serie viene rappresentata come una donna nera. La storia sta facendo tornare di attualità la questione che Carlotta possa essere stata la prima persona della famiglia reale britannica con origini africane: una cosa di cui si parla da diversi anni ma che è oggetto di discussione tra gli storici.

Carlotta nacque il 19 maggio 1744. Era la figlia più giovane del duca Carlo Ludovico Federico di Meclemburgo-Strelitz e della principessa Elisabetta Albertina di SassoniaHildburghausen. Entrò a far parte della famiglia reale britannica in un momento molto florido, in cui la Gran Bretagna prosperava grazie alle ricchezze accumulate attraverso il commercio degli schiavi e le colonie stabilite oltremare. Nel 1761 Carlotta lasciò la Germania per andare a Londra, dove sposò re Giorgio III, che allora aveva 22 anni e sarebbe poi diventato noto per i suoi disturbi mentali. La coppia ebbe in tutto 15 figli, tra cui re Giorgio IV e il principe Edoardo Augusto, cioè il padre della regina Vittoria, che regnò dal 1837 al 1901.

Come aveva spiegato al Guardian Desmond Shawe-Taylor, responsabile della cura e del mantenimento dei ritratti dei sovrani britannici, Carlotta era notoriamente considerata brutta. Il medico di re Leopoldo I del Belgio, il barone Christian Friedrich Stockmar, che l’aveva vista a Londra già anziana, aveva detto che era «piccola e deforme, con una vera faccia da mulatta», mentre il poeta e scrittore scozzese Walter Scott aveva scritto che la sua famiglia «aveva un colore strano e l’aspetto di un orangotango, con occhi neri e naso aquilino». Tuttavia, in diverse colonie britanniche Carlotta era celebrata perché a giudicare dall’aspetto che aveva nei ritratti e nelle monete su cui compariva sembrava avere origini africane.

Secondo Mario De Valdes y Cocom, uno storico originario del Belize che ha cominciato a studiare la storia della regina Carlotta dopo essersi trasferito a Boston, nel 1967, i dipinti che la ritraggono hanno tratti visibilmente africani. La cosa si noterebbe in particolare nel ritratto del pittore Allan Ramsay, del 1763 circa: secondo Valdes, Ramsay era un sostenitore delle campagne contro la tratta degli schiavi e pertanto non avrebbe nascosto le “caratteristiche africane” di Carlotta come avrebbero potuto fare altri artisti, ma anzi le avrebbe sottolineate per scopi politici.

Ritratto della regina Carlotta di Allan Ramsay, 1763 circa. (Wikimedia).

Questa però non è l’unica teoria legata alle presunte origini africane di Carlotta. Secondo le ricostruzioni di Valdes, che ha studiato a lungo l’albero genealogico della regina, Carlotta discendeva da un ramo di origine africana della famiglia reale portoghese. Alla fine del Duecento re Alfonso III di Aragona aveva conquistato la città di Faro – nell’attuale Portogallo – sconfiggendo i Mori, ovvero i musulmani berberi che da alcuni secoli abitavano la penisola iberica. Secondo Valdes, Alfonso III ebbe tre figli con una concubina mora, e uno di questi figli sposò poi una giovane della famiglia nobile De Sousa, che a sua volta aveva origini africane. Per questa ragione Carlotta aveva sangue di origine africana che proveniva da due famiglie diverse e che è stato trasmesso ai suoi discendenti, tra cui appunto la longeva regina Vittoria e l’attuale famiglia reale.

La ricostruzione di Valdes ebbe grande successo nel 1999, quando sul Sunday Times uscì un articolo che parlava del «legame di cui si vociferava ma che non era mai stato provato» e del fatto che la «famiglia reale avesse antenati neri e di razza mista che non erano mai stati riconosciuti pubblicamente».

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Grazie agli studi di Valdes, la regina Carlotta oggi viene considerata da molti la prima persona con origini africane appartenente alla famiglia reale britannica. La sua storia ha fatto discutere anche nel 2018, in occasione del matrimonio del principe Harry con l’attrice statunitense Meghan Markle, che venne visto da molti come il primo matrimonio misto all’interno della famiglia reale (Markle ha padre bianco e madre nera).

Ciononostante, alcuni storici citati dal Guardian sostengono che i secoli passati tra la nascita della regina Carlotta e il momento in cui vissero i suoi presunti antenati di origine africana rendano la ricostruzione di Valdes inattendibile. Allo stesso tempo, malgrado non ci siano ulteriori prove certe sulle origini di Carlotta, secondo Shawe-Taylor è anche plausibile che pittori meno sensibili di Ramsay avessero cercato di nascondere i suoi tratti nei ritratti ufficiali.

Altri critici invece minimizzano la vicenda: come ha osservato l’ex curatore della guida ai nobili britannici The Peerage, David Williamson, «c’era molto sangue moro nella famiglia reale portoghese» e «tutte le famiglie reali europee in un modo o nell’altro sono legate al Regno di Castiglia». Secondo altre teorie, inoltre, la prima persona della famiglia reale ad avere origini africane fu Filippa di Hainault, la consorte di Edoardo III d’Inghilterra, che regnò dal 1327 al 1377.