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  • Martedì 29 dicembre 2020

La storia dei vaccini in più comprati dalla Germania

In base a un accordo bilaterale, che non riguarda l'Unione Europea, con Pfizer-BioNTech: è il primo di questo tipo, ma non è detto che sia l'ultimo

(Sean Gallup/Getty Images)
(Sean Gallup/Getty Images)

Da un paio di giorni i giornali italiani stanno parlando molto del fatto che la Germania abbia deciso di comprare dall’azienda tedesca BioNTech 30 milioni di dosi del vaccino contro il coronavirus, sviluppato insieme con la statunitense Pfizer e per ora l’unico autorizzato dalla Commissione europea. L’accordo – che è stato confermato da una portavoce del ministero della Salute tedesco, ma di cui non sono noti tempi e dettagli – sta facendo discutere perché è esterno rispetto alla decisione, presa mesi fa dalla Commissione europea, che prevede che sia l’Unione Europea a finanziare, acquistare e poi distribuire (in base alla popolazione di ogni stato) un certo numero di dosi. Per ora, infatti, la Germania è il primo stato dell’Unione ad avere assunto una decisione di questo tipo.

La strategia europea sui vaccini era stata presentata a giugno e il 21 dicembre il sito della Commissione ha scritto che «sono stati firmati contratti con AstraZeneca (400 milioni di dosi), Sanofi-GSK (300 milioni di dosi), Johnson & Johnson (400 milioni di dosi), BioNTech-Pfizer (300 milioni di dosi), CureVac (405 milioni di dosi) e Moderna (160 milioni di dosi)» e che sono anche stati conclusi «colloqui esplorativi finalizzati all’acquisto di un massimo di 200 milioni di dosi anche con l’azienda farmaceutica Novavax».

– Leggi anche: Domande e risposte sul vaccino contro il coronavirus

Nella migliore delle ipotesi, se ognuno di questi vaccini dovesse rivelarsi efficace e fosse approvato così come è successo per quello sviluppato da Pfizer-BioNTech, sommando tutti i vaccini per cui sono già stati fatti accordi, gli stati dell’Unione avrebbero circa 2 miliardi di vaccini da dividersi, e stati come la Germania e l’Italia avrebbero una quota di oltre il 10 per cento di quel totale, pari a un paio di centinaia di milioni di dosi (divise tra diversi vaccini).

Al momento, però, il vaccino Pfizer-BioNTech è l’unico a essere stato approvato, e quello di Moderna l’unico (a livello europeo) a essere vicino all’approvazione. Altri arriveranno, se tutto andrà per il verso giusto, più avanti. Ma non è detto che tutti si riveleranno sufficientemente sicuri ed efficaci e che tutti saranno approvati nei prossimi mesi.

La Germania, quindi, ha deciso di portarsi avanti comprando in autonomia 30 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, da aggiungere alle circa 55 milioni di dosi di quello stesso vaccino che già le spettano in base agli accordi europei. Al momento non sono chiari tempi, prezzi e modalità dell’acquisto, e non sembra nemmeno ci possano essere sanzioni a livello europeo. È certo, però, che la decisione della Germania va in parte contro l’intenzione, annunciata da mesi, di muoversi insieme a livello europeo; ed è probabile che ora anche altri paesi potrebbero decidere di fare qualcosa di simile, dopo che la Germania ha aperto la strada.

Comunque, è da diverse settimane che si parlava del possibile acquisto, da parte della Germania, di dosi extra rispetto a quelle decise a livello europeo. Già a fine ottobre il Wall Street Journal aveva parlato, citando come fonte persone informate sui fatti, del fatto che la Germania «avrebbe ricevuto almeno 30 milioni di vaccini extra grazie a un accordo bilaterale con BioNTech». E già a inizio dicembre Bloomberg aveva parlato dell’intenzione tedesca di acquistare vaccini in autonomia, citando anche i 750 milioni di euro che la Germania aveva investito nelle aziende tedesche impegnate a sviluppare un vaccino per il coronavirus (circa la metà dei quali destinati proprio a BioNTech).

Un’intenzione che era stata confermata anche dal ministro della Salute tedesco Jens Spahn, il quale aveva spiegato che la Germania si sarebbe mossa per fare accordi in autonomia solo dopo aver accertato che le aziende in questione sarebbero state in grado di assicurare a tutti gli altri stati le dosi già previste a livello europeo: «Non ci può essere proibito per sempre comprare dosi in più in autonomia», aveva detto. E Sean Marett, direttore commerciale di BioNTech, aveva confermato a Bloomberg la possibilità che l’azienda trattasse in autonomia con la Germania.

Non è ancora ufficiale, ma diversi giornali – tedeschi e italiani – parlano della possibilità che la Germania faccia con Moderna quanto ha già deciso di fare con Pfizer-BioNTech, assicurandosi quindi dosi extra anche di quel vaccino. E in quel caso, essendo Moderna statunitense, verrebbero meno motivazioni legate al fatto che BioNTech sia tedesca, produca in Germania, e sia potuta arrivare al suo vaccino anche grazie ai finanziamenti diretti (a livello statale e non solo europeo) da parte del governo tedesco.

Oltre all’acquisto di vaccini extra, la Germania si è anche attivata per aumentare la produzione interna di vaccini, anche grazie all’acquisto, da parte di BioNTech, di un laboratorio di Marburgo che era di proprietà dell’azienda svizzera Novartis, e che dopo alcuni accorgimenti potrà essere pronto per produrre vaccini per il coronavirus.