Questo Natale del Post e del mondo

Diverso in un modo che non avremmo mai immaginato un anno fa, quando stava per iniziare tutto: ma con qualcosa di uguale

(Fox Photos/Getty Images)
(Fox Photos/Getty Images)

Il 9 gennaio del 2020 il Post pubblicò un breve articolo intitolato “Un’epidemia di polmonite in Cina potrebbe essere stata causata da un virus simile a quello della SARS”. Si concludeva così.

Per scoprire quale sia di preciso e se a causare l’infezione sia stato un qualche tipo di animale saranno però necessarie altre ricerche.

È stato un anno strano, è la sottovalutazione più banale che si può scrivere, alla vigilia di questo Natale: ma usiamola per risparmiarci superlativi ed enfasi che sarebbero tutti a loro volta prevedibili e insufficienti. Siamo qui solo per dire buon Natale, alla fine.

Dopo quel 9 gennaio è successo di tutto: per tutti, per l’informazione e per il Post. Il 24 febbraio abbiamo pensato che per come si stavano mettendo le cose, una newsletter quotidiana di aggiornamenti sul coronavirus potesse essere un buon modo di opporsi al disordine informativo che già stava prevalendo: quando abbiamo spedito la prima, l’indomani, aveva già diecimila iscritti. Ne avrebbe raggiunti ottantamila nei mesi successivi.

Il 7 marzo il Post si ritrovò spaesato nella prima occorrenza di una situazione che si sarebbe poi ripetuta spesso: per tutta la giornata – ricorderete – si rincorsero voci e previsioni sulle province che sarebbero state incluse nella prima grande zona rossa e sulle limitazioni conseguenti. Alla fine, nella notte, diverse di quelle anticipazioni sarebbero state smentite dalle decisioni ufficiali. Per attendere quelle, il Post si risolse a fine pomeriggio – con un senso di inadeguatezza – a spiegare sui social network che non avrebbe pubblicato niente di incerto e ingannevole prima, scusandosi. Si rivelò invece una scelta molto apprezzata e venne molto ripetuta nei mesi seguenti (rischiosa, e ancora non del tutto soddisfacente): la prudenza è stata l’approccio migliore a tutto, quest’anno.

Ognuno di noi ha tappe e date per raccontare il proprio 2020: le principali del Post sono queste, e dopo c’è stato un gran lavoro e nuovi investimenti per rispettare le aspettative che il nostro tipo di informazione ha creato in un numero sempre più grande di lettori e di abbonati: abbonati che sono oggi i primi responsabili di quello che il Post ha fatto di buono. Quello che non ha ancora fatto e che si può migliorare, ci proverà: grazie a tutti, letteralmente.

Questo invece era l’articolo di Natale del Post di un anno fa: un’altra èra, altre speranze e altri pensieri. Oppure gli stessi, a leggerlo fino in fondo:

costruiamo delle cose: e buon Natale.

Ecco. Auguri dal Post.