La Corte europea dei diritti dell’uomo ha ordinato la scarcerazione dell’oppositore turco Selahattin Demirtaş

Selahattin Demirtaş nel 2016 (AP Photo/Burhan Ozbilici, File)
Selahattin Demirtaş nel 2016 (AP Photo/Burhan Ozbilici, File)

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha ordinato alla Turchia di liberare Selahattin Demirtaş, il principale politico curdo del paese, arrestato nel 2016 «per ragioni politiche», secondo la corte.

Demirtaş, ex leader del Partito democratico dei popoli, (HDP), un importante partito filo-curdo di sinistra, prima dell’arresto era stato il più carismatico tra gli oppositori al presidente Recep Tayyip Erdogan. Nel 2015, guidò il suo partito a un risultato senza precedenti alle elezioni generali, che portò l’HDP a essere il primo partito filo-curdo a entrare nel Parlamento turco. Il successo dell’HDP, inoltre, consentì all’opposizione a Erdogan di conquistare la maggioranza in Parlamento per la prima volta dal 2002 (Erdogan ribaltò il risultato in elezioni successive). Oggi l’HDP è il terzo partito per rappresentanza nel Parlamento turco, con 56 seggi su 600.

Demirtaş fu arrestato assieme ad altri leader curdi nell’ambito di un’enorme operazione di repressione voluta da Erdogan a seguito del fallito colpo di stato del luglio del 2016. Il colpo di stato fu portato avanti da alcuni settori dell’esercito, ma secondo molti analisti Erdogan avrebbe esteso la repressione anche ad altri suoi avversari politici non collegati all’azione militare, tra cui appunto Demirtaş.

– Leggi anche: In Turchia sono stati arrestati i leader curdi

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha confermato questo sospetto: nella sua sentenza scrive che la detenzione di Demirtaş, che non ha potuto partecipare alle elezioni del 2017 e del 2018, aveva tra i suoi scopi quello di «colpire il pluralismo e ridurre la libertà del dibattuto politico» e «ha privato migliaia di elettori della loro rappresentanza nell’assemblea nazionale».

Difficilmente la sentenza sarà rispettata: la Corte aveva già ordinato il rilascio di Demirtaş nel 2018, e il governo turco si era rifiutato di obbedire sostenendo che la Corte non avesse giurisdizione. Ancora di recente Erdogan ha definito Demirtaş come un «terrorista» che «indossa la maschera del politico». Demirtaş è stato condannato a 142 anni di prigione e si trova in un carcere vicino al confine tra Turchia e Bulgaria.