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  • Giovedì 17 dicembre 2020

Sarà molto difficile prendere un treno prima di Natale

Molte persone non sono riuscite a trovare un biglietto per spostarsi prima del 21 dicembre, ma non c'entra solo l'alta domanda

Viaggiatori in attesa alla stazione Termini di Roma (Cecilia Fabiano/LaPresse)
Viaggiatori in attesa alla stazione Termini di Roma (Cecilia Fabiano/LaPresse)

Negli ultimi giorni migliaia di persone hanno prenotato un biglietto del treno per spostarsi prima di domenica 20 dicembre, perché da lunedì 21 sarà vietato uscire dalle regioni per motivi che non siano di necessità. Tantissime altre persone non hanno trovato posti disponibili, quindi dovranno stare a casa oppure trovare alternative, come acquistare voli aerei o spostarsi in auto. Le ragioni del numero limitato di posti sono tante: l’alta domanda di biglietti dei treni non spiega tutto, e anche quest’anno ci sono state polemiche sull’andamento dei prezzi, che hanno portato all’apertura di un’indagine dell’Antitrust. Per avere un quadro più preciso, è meglio spiegare tutto dall’inizio.

Le regole sugli spostamenti
I quattro giorni da giovedì 17 dicembre a domenica 20 dicembre saranno molto importanti per chi vuole spostarsi fuori regione. Da lunedì 21 dicembre, infatti, saranno vietati tutti gli spostamenti tra le regioni se non per motivi di lavoro, salute o necessità. Il divieto durerà fino al 6 gennaio, come prevede il DPCM firmato il 3 dicembre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Fino a domenica ci si potrà spostare liberamente solo tra regioni di colore giallo, cioè quelle in cui il rischio contagio è più contenuto. Oltre a motivi di lavoro, salute o necessità, dal 21 dicembre al 6 gennaio si potrà comunque rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.

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I casi più particolari riguardano Toscana, Campania e Abruzzo, Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano, ora in area arancione: venerdì 18 dicembre il ministero della Salute valuterà i dati che monitorano l’andamento dell’epidemia e deciderà se spostare queste tre regioni in area gialla. Quindi ci si potrà spostare da o verso queste regioni solo nel tempo in cui la zona gialla diventerà operativa, fino allo stop previsto da lunedì 21 dicembre.

Perché i biglietti sono quasi introvabili
Basta entrare nel sito di Trenitalia o di Italo per verificare che i biglietti rimasti sono pochissimi. Le tratte più richieste sono quelle collegate con i treni ad alta velocità: Milano-Roma, Milano-Napoli, Milano-Bari e il Frecciarossa Torino-Reggio Calabria inaugurato a maggio 2020. In molti orari previsti, su queste tratte il sito di Trenitalia non consente l’acquisto perché i posti sono esauriti oppure compare la scritta “posti in esaurimento”, ma riferita solo alle tariffe più costose come le classi Business o Executive. Già da qualche giorno è difficile trovare i biglietti perché le persone hanno iniziato a prenotare i viaggi dal 3 dicembre, quando il governo aveva annunciato lo stop agli spostamenti dal 21 dicembre.

Quindi la domanda di posti è molto alta, ma i biglietti non si trovano soprattutto perché l’offerta è ridottissima rispetto agli anni scorsi. La disponibilità limitata è causata dalla regola che prevede una riduzione del 50% dei posti a sedere rispetto alla capienza ordinaria. La regola vale per tutti i treni ad alta velocità, quindi sia per Trenitalia che per Italo, e anche per gli Intercity e i treni regionali. Una misura che eviterà possibili assembramenti sui treni come era successo a inizio marzo, nei giorni che hanno preceduto il primo lockdown.

Passeggeri alla stazione Termini di Roma (Cecilia Fabiano/LaPresse)

L’offerta è molto ridotta anche per un’altra ragione: il taglio dei collegamenti per evitare di far circolare treni vuoti e quindi in perdita economica. Al momento in tutta Italia stanno circolando circa 90 Frecce (Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca) sulle circa 300 operative in un periodo normale, e 12 Italo sui 112 disponibili di solito: tagli rispettivamente del 70% e del 90% rispetto al periodo prima dell’emergenza coronavirus. Trenitalia ha operato un taglio graduale: dal 4 novembre sono stati tagliati 28 collegamenti, mantenendo 190 Frecce. Da metà novembre, è stato fatto un taglio ulteriore che ha portato alle attuali 100 Frecce in circolazione.

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Lo scorso 5 novembre, l’amministratore delegato di Trenitalia Orazio Iacono ha partecipato a un’audizione della commissione trasporti della Camera. Iacono ha spiegato che Trenitalia ha registrato una perdita di fatturato di circa 1,5 miliardi di euro e che questa perdita sarebbe cresciuta a 2 miliardi entro fine anno. Iacono ha anche detto che a ottobre la domanda per le Frecce si è ridotta del 65% rispetto allo stesso periodo del 2019 e che la flessione è arrivata all’80% nei primi giorni di novembre.

Fonti dell’azienda dicono che viene comunque garantito un monitoraggio costante delle prenotazioni «in modo da offrire ai passeggeri un numero dei collegamenti adeguato alle loro esigenze di spostamento, tenendo conto anche delle indicazioni fornite nel DPCM».

È stato ancora più significativo il taglio fatto da Italo, che dallo scorso 10 novembre ha ridotto i servizi giornalieri del 90%, per effetto della stessa percentuale di riduzione della domanda.

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A inizio dicembre entrambe le società hanno annunciato un parziale ripristino di alcuni treni per il weekend dal 18 al 20 dicembre, ma il taglio rimane comunque consistente. Trenitalia ha detto che avrebbe aggiunto 48 corse in più delle Frecce dal 17 al 21 dicembre: estensioni per e da Reggio Calabria e due collegamenti fra Venezia e Roma oltre a quattro corse giornaliere in più tra Torino e Napoli previste per tutta la settimana dal 13 al 20 dicembre. Italo, invece, ha aggiunto quattro viaggi giornalieri sulla dorsale Napoli-Roma-Milano-Torino, arrivando a un totale di 12 treni.

L’indagine di Antitrust
Mercoledì 16 dicembre l’Antitrust, l’autorità garante della concorrenza e del mercato, ha chiesto una serie di informazioni alle società di trasporto ferroviario in merito all’offerta dei collegamenti e soprattutto al «significativo aumento dei prezzi dei biglietti che si registra in alcune giornate del periodo 15 dicembre 2020-15 gennaio 2021». Nell’annuncio di avvio dell’indagine preistruttoria, l’Antitrust ha detto di aver «rilevato un incremento dei prezzi nei giorni precedenti e in quelli successivi alle misure di blocco degli spostamenti previste dal DPCM del 3 dicembre, che interessano il periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021».

Trenitalia e NTV, che gestisce Italo, hanno tre giorni per comunicare i criteri utilizzati per determinare il numero di collegamenti e i posti disponibili sulle principali tratte nazionali, e i criteri con cui vengono determinati i prezzi, «con particolare riferimento allo scostamento rispetto alla tariffa base normalmente applicata per ciascuna tratta».

Passeggeri alla stazione Termini di Roma (ANSA/ANGELO CARCONI)

L’indagine dell’Antitrust è seguita all’esposto presentato qualche giorno fa dall’associazione dei consumatori Codacons. La replica di Trenitalia alle associazioni era già arrivata il 6 dicembre da “Fs News”, testata online di Fs Italiane. Trenitalia ha spiegato che i prezzi dei biglietti ferroviari per viaggiare sugli Intercity e sulle Frecce durante il periodo natalizio, «non sono rincarati né è prevista alcuna loro variazione». Secondo l’azienda, il listino con i prezzi base è immutato da oltre un anno: «Non ci sono stati aumenti né sono in programma, contrariamente a quanto invece riferito da un’associazione dei consumatori».

Dopo la richiesta di informazioni da parte dell’Antitrust, Italo ha confermato di «aver agito nel pieno rispetto delle norme a tutela dei consumatori e del mercato». L’azienda ha detto di fare sforzi significativi «per aumentare di poche unità i treni in circolazione, sempre nel rispetto del coefficiente di riempimento massimo che per il settore dallo scorso mese di aprile è pari al 50%, al fine di garantire un servizio ai cittadini in un periodo delicato e importante per tutti come il Natale».