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  • Giovedì 3 dicembre 2020

In Israele rischia di cadere il governo, di nuovo

L'attuale coalizione non tiene più, e il Parlamento ha approvato una mozione preliminare per nuove elezioni

(Menahem KAHANA / AFP)
(Menahem KAHANA / AFP)

Ieri pomeriggio la Knesset, il Parlamento israeliano, ha approvato in forma preliminare una mozione per sciogliersi e tenere nuove elezioni. Se lo scioglimento venisse approvato definitivamente, ci sarebbe il quarto voto in poco più di due anni. La mozione è passata soprattutto grazie ai voti di Blu e Bianco, il partito centrista di Benny Gantz che al momento si trova al governo insieme al Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu. Gantz e Netanyahu litigano da molto tempo su varie questioni, e ultimamente non sono riusciti a trovare un accordo sulla nuova legge di bilancio per il 2021.

In teoria Gantz e Netanyahu possono ancora trovare un accordo sul bilancio e risolvere la crisi di governo: ma se anche ci riusciranno, diversi osservatori ritengono che l’esperienza di governo si sia di fatto conclusa ieri. Il rapporto fra i due sembra ormai compromesso: ieri durante il voto erano seduti a fianco e non si sono mai guardati in faccia, mentre i loro più stretti collaboratori si accusavano reciprocamente per la crisi di governo.

La mozione dovrà essere approvata altre tre volte dal Parlamento per entrare in vigore. Se la nuova legge di bilancio non entrerà in vigore prima di marzo, però, la Knesset si scioglierà automaticamente e il presidente Reuven Rivlin sarà costretto a indire nuove elezioni.

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Il governo di Netanyahu e Gantz era nato circa sette mesi fa dopo l’ennesima elezione da cui non era emersa una chiara coalizione di maggioranza: Netanyahu era riuscito a convincere Gantz – suo avversario fin dal suo ingresso in politica, circa due anni fa – spiegando che il paese aveva bisogno di un governo stabile per affrontare la pandemia, e promettendo che nel novembre del 2021 si sarebbe fatto da parte per lasciare l’incarico di primo ministro proprio a Gantz.

In questi mesi però Netanyahu «ha fatto capire in modo molto chiaro che non ha intenzione di trattare Gantz come un vero partner di governo», scrive Haaretz, prendendo decisioni in modo autonomo e scontrandosi con Gantz su ogni dossier importante, dalla gestione della pandemia alla fallita invasione della Cisgiordania fino a una legge sull’uguaglianza che doveva servire a bilanciare quella approvata nel 2018 dal governo di destra che definiva Israele come un paese a carattere esclusivamente ebraico. Netanyahu inoltre sta attivamente cercando un modo per garantirsi l’immunità e chiudere il processo per corruzione e truffa, attualmente sospeso per la pandemia, che riprenderà a febbraio.

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Sia Netanyahu sia Gantz avrebbero qualcosa da perdere, in caso di elezioni, cosa che secondo alcuni osservatori rende probabile un accordo sul bilancio: Netanyahu va ancora piuttosto forte nei sondaggi, ma il suo consenso potrebbe risentire del processo, della gestione poco efficiente della pandemia – soprattutto se non sarà ancora disponibile un vaccino – e delle promesse non mantenute sull’invasione della Cisgiordania. Nelle ultime settimane è cresciuto moltissimo nei sondaggi Yamina, un partito di estrema destra guidato dall’ex ministro della Difesa Naftali Bennett, che nei sondaggi è dato a pochissima distanza dal Likud. La popolarità di Gantz è invece ai minimi storici dopo la sua la decisione di entrare in coalizione con Netanyahu, che ha anche causato una scissione interna a Blu e Bianco.

D’altra parte, se il governo rimasse in carica, Netanyahu dovrebbe cedere l’incarico di primo ministro a novembre, e si ritroverebbe ai margini di un governo con un partner di coalizione con cui non è d’accordo su nulla, e per di più sotto processo. Gantz invece potrebbe essere tentato di sfruttare la campagna elettorale per guadagnare nuovi consensi e cercare di rimettere in piedi la fragile coalizione di centrosinistra.

Lunedì si riunirà la commissione della Knesset che si occupa degli affari legislativi, e nei prossimi giorni si dovrebbero chiarire meglio le intenzioni sia di Netanyahu sia di Gantz.