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  • Sabato 19 settembre 2020

A Torino si parla del significato spirituale del respiro

È il tema di quest'anno del festival Torino Spiritualità, che andrà avanti dal 24 al 27 settembre

(Immagine della locandina del festival Torino Spiritualità 2020)
(Immagine della locandina del festival Torino Spiritualità 2020)

«Ieri ho potuto respirare da solo tutto il giorno. Non ho usato nessun aiuto esterno. Mi è piaciuto molto. È un processo sorprendente che molte persone danno per scontato»: sono le prime parole che ha pubblicato l’oppositore russo Alexei Navalny dopo essere stato avvelenato e aver trascorso tre settimane di ricovero in ospedale. Un pensiero molto simile a quello che probabilmente hanno avuto — e che hanno provato a spiegare ad altri — anche le molte persone che negli ultimi mesi hanno vissuto la sensazione di “perdere il respiro” a causa dei sintomi della COVID-19.

«Durante l’emergenza sanitaria abbiamo scoperto che cosa significhi davvero respirare: la più automatica delle azioni che ogni giorno compiamo è improvvisamente uscita dal cono d’ombra dell’abitudine», ha spiegato Armando Buonaiuto, curatore di Torino Spiritualità, uno dei festival promossi dalla Fondazione Circolo dei Lettori. L’esperienza della pandemia ha suggerito agli organizzatori il tema dell’edizione di quest’anno, che si svolgerà tra il 24 e il 27 settembre a Torino: respiro. Oltre a essere molto attuale, il concetto di respiro è molto importante per le filosofie e le religioni fin dall’antichità e ovviamente è anche materia dello studio delle scienze naturali e della musica, ma anche dell’arte e della psicologia.

Nella storia del pensiero, in epoche e culture anche molto diverse, il respiro ha sempre avuto una connotazione che andava oltre l’atto del semplice respirare: spesso il termine “respiro” veniva usato come simbolo di qualcosa di spirituale e metafisico. Questo collegamento esiste ancora oggi nell’immaginario comune di molte culture: per esempio nell’idea che, quando una persona muore, la sua anima esca dal corpo insieme all’ultimo respiro. Spesso nei film, nei fumetti e nelle serie tv fantastiche, quando uno spirito si impossessa di un corpo viene rappresentato come un soffio d’aria che passa dalla bocca, esattamente come se venisse respirato.

Nella filosofia greca antica, la parola pneuma aveva il duplice significato di “respiro” inteso come l’atto di far entrare e uscire l’aria dai polmoni, e di “soffio vitale” in senso spirituale. Nella filosofia stoica addirittura la parola pneuma veniva usata per parlare dello spirito che si credeva appartenesse alla divinità e venisse mandato sulla Terra per dare vita ai corpi, mentre nei testi cristiani viene usata per riferirsi direttamente allo Spirito Santo. Nella terminologia filosofica, la pneumatologia — che non c’entra con la pneumologia, la branca medica — è la “scienza dello spirito”, cioè una branca del sapere che studia la cosiddetta “sostanza spirituale”.

Del tema del respiro come spirito a Torino parleranno vari ospiti. Nella giornata di sabato, la filosofa e saggista Francesca Rigotti allargherà il discorso ad altri elementi che, come il respiro, sono spesso stati usati in filosofia e letteratura come simboli dell’esistenza umana: l’incontro s’intitolerà Del principio vitale: respiro, vista, battito. Nella giornata di domenica invece Giulio Busi, direttore dell’Istituto di giudaistica alla Freie Universität di Berlino, terrà un incontro sul “soffio divino” nella mistica ebraica.

Per chi è meno avvezzo al pensiero filosofico puro, un modo per capire lo stretto legame tra respiro e spiritualità può essere quello di pensare ad alcune pratiche di yoga e meditazione. Nello yoga, l’atto di concentrarsi sul proprio respiro, controllarlo — una cosa che nella vita quotidiana facciamo molto raramente — e coordinarlo con i movimenti del corpo ha un’importanza fondamentale perché gli esercizi abbiano effetto e contribuiscano veramente al benessere fisico e psicologico di chi li pratica. Del resto la respirazione è il processo tramite il quale l’ossigeno arriva al sangue, ai muscoli e soprattutto al cervello. Il respiro è dunque l’atto che tiene in vita l’organo che nel pensiero contemporaneo è la sede dell’anima, intesa come coscienza e personalità di ciascuno.

In questo senso è vero che concentrarsi sulla respirazione significa concentrarsi su se stessi e ritrovare uno stato di benessere e calma interiore, una sensazione che chi fa yoga o meditazione descrive spesso, e che è molto vicina alla contemplazione spirituale. Venerdì pomeriggio, al Circolo dei Lettori, si terrà una lezione di yoga e il tema verrà approfondito il giorno dopo da Maciej Bielawski, teologo polacco, in un incontro sul rapporto tra meditazione e preghiera.

Ma se si parla di respiro non si può non parlare anche di piante (che durante il giorno emettono parte dell’ossigeno che respiriamo), e della nostra relazione con loro e con il mondo naturale in generale. È quello di cui parleranno la divulgatrice scientifica Alessandra Viola e il teologo Vito Mancuso durante l’evento di inaugurazione del festival, giovedì sera, al Padiglione Torino Spiritualità, che verrà allestito apposta in piazza Carlo Alberto. Si potrà seguire l’incontro anche in diretta streaming sul sito e sulla pagina Facebook del festival. Il giorno dopo, Mancuso parlerà di un’altra declinazione del tema e cioè del rapporto tra respiro e creatività. Avevate mai pensato al fatto che l’inspirazione è sia il processo di far entrare aria nei nostri polmoni che un modo arcaico per chiamare l’ispirazione, cioè il momento in cui si pensava che l’artista venisse riempito da una forza creativa proveniente dall’esterno?

Altri ospiti del festival saranno Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose, e lo psicanalista Massimo Recalcati, che nei rispettivi appuntamenti cercheranno di portare le conclusioni tratte dalla riflessione filosofica a questioni più concrete della vita quotidiana. Non tutto ciò che è filosofico deve necessariamente essere teorico e astratto: e infatti il tema stesso dell’intera rassegna è stato scelto proprio a partire dall’esperienza di vita delle persone in questo particolare periodo storico. Anche l’immagine che rappresenta l’edizione di quest’anno è molto più concreta di quanto ci si potrebbe aspettare: una sfera di pluriball che evoca la perfezione di una delicata bolla d’aria ed è fatta di un materiale molto comune.

Oltre agli incontri con gli ospiti, nei quattro giorni del festival si potrà partecipare a passeggiate a tema tra boschi, colline, parchi e strade della città, ai laboratori esperienziali tenuti dalla Scuola di Otium e ci sarà un calendario di eventi da seguire in streaming. Il festival Torino Spiritualità esiste dal 2005 e negli anni ha attratto migliaia di persone provenienti da tutta Italia. Quest’anno l’organizzazione sarà un po’ diversa dal solito: la capienza degli spazi sarà cioè limitata per garantire a tutti i partecipanti il rispetto delle norme di distanziamento fisico previste per limitare la diffusione del coronavirus. Per lo stesso motivo l’ingresso agli eventi sarà possibile solo a chi ha prenotato o acquistato il biglietto alla biglietteria del Circolo dei Lettori. Chi vuole prenotare a distanza o avere informazioni può chiamare il 3662107136 o scrivere a prenotazioni@torinospiritualita.org.