Il CEO dell’azienda mineraria anglo-australiana Rio Tinto si è dimesso in seguito alla distruzione di una grotta aborigena di 46mila anni fa

(Scott Barbour/Getty Images)
(Scott Barbour/Getty Images)

Jean-Sébastien Jacques, CEO dell’azienda mineraria anglo-australiana Rio Tinto, ha rassegnato le proprie dimissioni dopo che lo scorso maggio aveva approvato la distruzione di una grotta aborigena di 46mila anni fa. La grotta, che si chiama Juukan Gorge, e che si trova nel Pilbara, regione dell’Australia occidentale, era stata fatta esplodere lo scorso 24 maggio, nonostante l’opposizione delle comunità aborigene, per poterne estrarre materiali ferrosi. Nei mesi seguenti c’erano state grandi polemiche e critiche nei confronti di questa decisione e a giugno la società aveva chiesto pubblicamente scusa per aver distrutto un luogo considerato sacro dagli aborigeni. Ad agosto, in seguito a un’indagine interna, il consiglio di amministrazione di Rio Tinto aveva ammesso che la società non si era comportata adeguatamente in relazione «alla gestione e alla protezione del patrimonio culturale».

 

Il 10 settembre sono arrivate le dimissioni di Jacques e di altri due dirigenti della società: il capo della divisione che si occupa dell’estrazione di minerali ferrosi, Chris Salisbury, e il responsabile delle relazioni, Simone Niven. «Ciò che è accaduto è sbagliato», ha detto il presidente di Rio Tinto, Simon Thompson. «Vogliamo garantire che la distruzione di un sito con un patrimonio culturale di tale importanza archeologica e culturale non si verifichi mai più durante un’operazione di Rio Tinto», ha aggiunto Thompson.