Una canzone degli Argent

Che ha intorno le storie di mille altre canzoni buone per le radio "nostalgia" (ovvero tutte le radio, ormai)

(Christopher Polk/Getty Images for Stagecoach)
(Christopher Polk/Getty Images for Stagecoach)

Quindici anni fa mi innamorai con ritardo di questo capolavoro di canzone romana e macabra cronaca nera, Lella.
La BBC ha cambiato idea e ha deciso che all’ultima notte dei Proms i due classici patriottici i cui versi erano stati messi in discussione saranno cantati regolarmente, testo compreso (avevo spiegato la questione qui).
Le leggo, eh, le mail che scrivete: a chi non rispondo, molte grazie qui, di tutto.

Hold your head up
Gli Zombies, lo dico per i miei piccoli lettori, erano una band inglese che negli anni Sessanta contribuì a un pezzo di stile del decennio, oltre a infilare alcune canzoni formidabili e ottime da ripescare nelle colonne sonore di qualunque film che citi quel periodo. Una è She’s not there, un’altra è Time of the season, e in entrambe si vede come fossero forti di organo (ma anche cose meno note come The way I feel inside, che somiglia molto a If I fell dei Beatles, con cui ci furono reciproche influenze).

A differenza dei Beatles, i dischi degli Zombies andarono meno forte delle loro speranze, e nel 1968 si sciolsero. Rod Argent, fondatore, cantante e tastierista, rimise insieme una nuova band che chiamò modestamente Argent. Oggi lui ha 75 anni. Si fece aiutare da Chris White degli Zombies per scrivere canzoni, e tirò dentro un chitarrista che si chiamava Russ Ballard, suo coetaneo. Russ Ballard sarebbe poi diventato autore di molti pezzi pop altrui di gran successo (So you win again degli Hot Chocolate, I know there’s something going on di Frida degli Abba – con Phil Collins -, New York Groove che andò forte nella versione di Ace Frehley dei Kiss); e di uno suo niente male che andò forte nel 1984, Voices, con una chitarra memorabile.

È uno di quei giorni in cui divago. Torniamo agli Argent.
Nel 1972 Argent e White misero insieme questo pezzo di inventivi costruzione e arrangiamento, Hold your head up, che finalmente fece il botto (intanto aveva avuto un tardivo successo americano Time of the season) e ancora oggi la si sente in certe radio per gente stagionata (ovvero quasi tutte le radio, ormai). Parla di fregarsene dei giudizi del mondo e andare a testa alta, che si fottano. Argent fa ancora meraviglie con l’organo Hammond (in particolare nella versione lunga sei minuti dell’album), ed è un pezzone buono per i nostri sovversivi giovedì.

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