A Casamaina, in Abruzzo, è stata istituita la prima zona rossa dopo la fine del lockdown

Casamaina vista dall'alto
(Google Maps)
Casamaina vista dall'alto (Google Maps)

A Casamaina, una frazione con meno di 200 abitanti del comune di Lucoli in provincia dell’Aquila, in Abruzzo, è stata istituita la prima zona rossa in Italia dopo il graduale allentamento delle misure restrittive iniziato a maggio. La decisione è stata presa dal sindaco Valter Chiappini in seguito alla scoperta di 12 casi positivi al coronavirus, appartenenti tutti allo stesso nucleo familiare.

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La zona rossa resterà in vigore dalla mezzanotte del 28 agosto alla mezzanotte del primo settembre: proibisce a chiunque di entrare e di uscire da Casamaina, pur consentendo agli abitanti di farvi ritorno se si trovavano fuori al momento dell’entrata in vigore dell’ordinanza. Resteranno chiusi gli uffici pubblici, tranne quelli che erogano servizi essenziali, e saranno sospese le attività produttive e commerciali, tranne i negozi di generi alimentari e di prima necessità (come le farmacie, i forni, i rivenditori di cibo per animali). Saranno chiusi anche i cantieri, i parchi pubblici e il cimitero comunale; il trasporto pubblico sarà sospeso mentre verrà garantito il servizio di raccolta dei rifiuti.

Lo scorso 30 giugno il presidente della Campania Vincenzo De Luca aveva firmato un’ordinanza che istituiva una piccola zona rossa limitata a quattro palazzi nel comune di Mondragone, in provincia di Caserta, dove c’era stato un focolaio di coronavirus che aveva causato anche manifestazioni e scontri tra alcuni residenti italiani e altri bulgari di etnia rom.