La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di 9 persone per l’incidente ferroviario di Pioltello

Un'immagine dei soccorsi dopo l'incidente ferroviario di Pioltello del 25 gennaio del 2018 (ANSA/FLAVIO LOSCALZO)
Un'immagine dei soccorsi dopo l'incidente ferroviario di Pioltello del 25 gennaio del 2018 (ANSA/FLAVIO LOSCALZO)

Il 30 luglio la procura di Milano ha chiesto al giudice per le indagini preliminari che si proceda con il processo nei confronti di nove persone per l’incidente ferroviario di Pioltello, comune della città metropolitana di Milano, nel quale il 25 gennaio del 2018 morirono tre persone e quasi cento rimasero ferite. I nove sono manager, dipendenti e tecnici di Rete Ferroviaria Italiana, la società che gestisce le infrastrutture ferroviarie nazionali: a loro sono contestati, a vario titolo, i reati di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

Non saranno processati invece Cinzia Farisé e Alberto Minoia, che all’epoca dei fatti erano rispettivamente amministratore delegato e direttore operativo di Trenord (né la stessa azienda di trasporti), così come Amedeo Gargiulo, allora direttore dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e Giovanni Caruso, responsabile dell’ispettorato dell’Agenzia. Secondo la procura il deragliamento del treno Cremona-Milano fu causato dalla rottura di un giunto dei binari difettoso da mesi: non sono stati rilevati malfunzionamenti nei vagoni e nella motrice Trenord, così come era stata esclusa qualsiasi responsabilità del macchinista e del capotreno.