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  • Lunedì 27 luglio 2020

In Spagna si parla di “seconda ondata”

Dopo che i casi di contagio erano stati a lungo meno di 300 al giorno, sono tornati a essere più di 900

(AP Photo/Felipe Dana)
(AP Photo/Felipe Dana)

In Spagna – il secondo paese europeo con più casi accertati di contagio da coronavirus, dopo il Regno Unito – il numero dei nuovi casi giornalieri sta aumentando molto. Dopo che a fine giugno i nuovi casi individuati ogni giorno eran diminuiti, a metà luglio avevano invece superato i 500 e il 23 e il 24 luglio (gli ultimi giorni per cui sono disponibili dei dati, visto che in Spagna non vengono comunicati nel weekend) sono stati più di 900. Per questo motivo si sta parlando del rischio di una possibile “seconda ondata“, intesa come un nuovo forte aumento del numero dei casi, dopo che il contagio sembrava essere stato contenuto.

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La Spagna è tra i paesi europei con il più alto numero di casi accertati per 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni: sono stati 37,9, contro i 4,9 dell’Italia. Tra i pochi paesi europei con più casi per abitante nelle ultime due settimane ci sono Svezia e Portogallo, in cui però il numero si sta abbassando. In Spagna invece sta aumentando. Come ha spiegato El País, preoccupa ancora di più il fatto che ci siano alcune aree del paese che incidono molto negativamente sui dati. In Aragona, per esempio, i casi per 100mila abitanti delle ultime due settimane sono stati 237, e in Catalogna 111. In entrambe le regioni, scrive sempre El País, i casi recenti sono stati così tanti e diffusi che è ormai difficile tracciarne l’origine o provare a individuare eventuali focolai.

I dati degli ultimi giorni dicono che c’è un’alta percentuale di asintomatici: un segno del fatto che i test stanno funzionando bene, perché individuano il coronavirus in persone che altrimenti non si renderebbero conto di essere state contagiate. Ma anche un segno del fatto che il contagio si sta di nuovo diffondendo velocemente e in maniera relativamente incontrollata, probabilmente molto anche tra i giovani. Alcune amministrazioni spagnole hanno quindi deciso di tornare a imporre qualche limitazione che era stata rimossa: in Catalogna, per esempio, sono stati chiusi i locali notturni.

Tra le conseguenze dell’aumento dei casi in alcune aree della Spagna c’è il fatto che altri paesi europei, compreso il Regno Unito, hanno deciso di imporre la quarantena per i viaggiatori provenienti dalla Spagna. Molti turisti, compresi i tanti viaggiatori britannici, sceglieranno probabilmente altre destinazioni per le loro vacanze, nonostante in molte aree della Spagna (comprese le Canarie e le Baleari) i contagi individuati siano stati pochi, meno di quelli di Regno Unito o Italia, e senza recenti ed evidenti aumenti.

A proposito della situazione negli ultimi giorni e in attesa dei nuovi dati di oggi, dopo un weekend senza nuovi dati, la ministra degli Esteri spagnola, Arancha González Laya, ha parlato di una situazione «perfettamente sotto controllo» e ha aggiunto che il governo del paese si adopererà per cercare di convincere paesi come il Regno Unito a non imporre restrizioni sui viaggi verso certe destinazioni turistiche spagnole, in cui i casi non sono aumentati in modo rilevante. Il governo spagnolo, in generale, sta provando a evitare di parlare esplicitamente di una seconda ondata e ha fatto sapere che al momento non ci sono piani particolari per un nuovo lockdown e che eventuali decisioni per le singole aree del paese verranno prese con le amministrazioni locali.

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