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  • Domenica 19 luglio 2020

Dove l’epidemia sta colpendo di più

Sabato il numero di nuovi casi giornalieri nel mondo è stato il più alto mai registrato dall'inizio della crisi: tra i paesi più interessati ci sono Stati Uniti, India, Brasile e Sudafrica

(AP Photo/Rafiq Maqbool)
(AP Photo/Rafiq Maqbool)

Sabato l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha detto di avere registrato il più alto numero di nuovi casi positivi di coronavirus nel mondo dall’inizio della pandemia: quasi 260.000 nelle precedenti 24 ore. Ha inoltre comunicato 7.360 morti, l’aumento maggiore registrato in un solo giorno dal 10 maggio. Nonostante in Europa la situazione sia migliorata negli ultimi due mesi, seppur con qualche recente preoccupazione, in altre zone del mondo i nuovi contagi da coronavirus stanno continuando a crescere in maniera significativa: tra i paesi più colpiti in numeri assoluti, dicono gli ultimi dati dell’OMS, ci sono Stati Uniti, Brasile, India e Sudafrica.

Negli Stati Uniti la situazione continua a essere grave, soprattutto in diversi stati del Sud che inizialmente si erano mostrati riluttanti a introdurre limitazioni rigide agli spostamenti e a imporre l’obbligo di indossare la mascherina. Tra gli stati americani più colpiti ci sono Florida – considerato l’attuale epicentro statunitense dell’epidemia – Texas e Arizona. Nelle ultime settimane le autorità sanitarie di diversi ospedali del paese hanno inoltre avvisato di avere raggiunto la massima capacità di posti letto in terapia intensiva, dove sono ricoverati i pazienti più gravi che contraggono la COVID-19, la malattia provocata dal coronavirus, e hanno avvisato che presto non sarebbero più stati in grado di ricoverare nuovi malati.

La gestione dell’epidemia negli Stati Uniti continua a essere controversa, soprattutto per le decisioni del presidente Donald Trump. Dopo essersi rifiutato di imporre l’obbligo della mascherina a livello nazionale, sembra che Trump si sia anche opposto all’approvazione di un piano di miliardi di dollari per aumentare la capacità dei singoli stati di fare i test e svolgere il “contact tracing” (il tracciamento dei contatti dei casi positivi), e per rinforzare le attività degli enti federali che si occupano di sanità. Le risposte di Trump al piano, presentato dai repubblicani del Senato, sono state rivelate da diversi giornali americani, tra cui il Washington Post.

Un altro paese particolarmente colpito è l’India, che diversi esperti sostengono essere ancora lontano dal suo picco di contagi.

L’India sta facendo registrare numeri molto alti di nuovi contagi giornalieri da diverse settimane. Il problema maggiore sembra essere la scarsa capacità degli ospedali indiani delle grandi città a ricoverare e trattare i pazienti con la COVID-19: per questo a inizio luglio era stato aperto nell’area di Delhi uno dei più grandi ospedali al mondo destinati ai pazienti risultati positivi al coronavirus. La situazione è comunque peggiorata dopo le prime riaperture approvate dal governo indiano, preoccupato per le gravi conseguenze sull’economia che stava provocando il lockdown.

Gli aumenti maggiori di nuovi casi negli ultimi giorni sono stati registrati anche in Brasile, uno dei paesi più colpiti dell’America Latina, e in Sudafrica.

In Sudafrica in particolare il numero dei nuovi positivi ha cominciato a salire in maniera significativa a partire da giugno, quindi con ritardo rispetto a molte altre aree del mondo, tra cui l’Europa, e di recente il presidente Cyril Ramaphosa ha detto che «la tempesta ora è sopra di noi». Il Sudafrica aveva imposto un lockdown molto rigido prima ancora che l’epidemia raggiungesse numeri significativi: ora il governo è accusato di non avere sfruttato il periodo delle chiusure per prepararsi all’arrivo del picco dell’epidemia, e in particolare di non avere sfruttato la capacità degli ospedali di operare e ricevere nuovi pazienti. È proprio la situazione attuale negli ospedali sudafricani a preoccupare di più, soprattutto per la mancanza di posti letto e di dispositivi di protezione individuale.

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