Una canzone degli Arcade fire

Prima di spegnere la luce, anzi subito dopo

(Andrew Chin/Getty Images)
(Andrew Chin/Getty Images)

La solita compagnia di cui già parlammo ha ora impasticciato in tre minuti di mashup il 1989.
Domenica compie 80 anni Francesco Guccini, uno dei più forti di tutti a parole. Un indù in latta.
Un film su Lionel Richie sulla scia di quelli sui Queen e su Elton John, non siamo propri eccitatissimi.

No cars go
Ci siamo detti che giovedì è giorno di conquiste, di qualunque scala: anche della Kamchatka con dieci carriarmatini, se volete comunque restare in pantofole a casa. La musica da conquista ha bisogno di due cose, di solito: un ritmo aggressivo e montante, e una a scelta tra a)archi o b)fiati.

No cars go è una canzone che volendo parla di zone pedonali, volando parla di quel momento in cui hai spento la luce e non sogni ancora, o addirittura di cosa ci sia dopo la vita.
We know a place where no planes go
We know a place where no ships go
No cars go
(Hey) No cars go
Where we know

Qui la fanno dal vivo, con archi e fiati. Era nel secondo disco degli Arcade fire, del 2007, quello con cui fecero il botto di vendite e recensioni: ma l’avevano già pubblicata in un’altra versione in un EP del 2003. Loro sono canadesi, marito e moglie e diversi altri intorno: gente di rock enfatico e arrangiato assai. No cars go è stata usata – proprio per l’andamento incalzante – in diverse occasioni sportive, quelle dove di solito girano prigramente We will rock you e We are the champions dei Queen (anche a Quelli che il calcio, in Italia).
Between the click of the light and the start of the dream
Little babies, let’s go
Women and children, let’s go
Old folks, let’s go
Don’t know where we’re going

Fate dodici carriarmatini, va’, per sicurezza.

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