India e Corea del Sud hanno approvato l’uso del remdesivir per il trattamento dei malati di COVID-19

(Ulrich Perrey/dpa-POOL/dpa/ANSA)
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In India e Corea del Sud è stato approvato l’uso del farmaco antivirale remdesivir per il trattamento dei malati di COVID-19. In Corea del Sud il remdesivir sarà adottato dopo che le autorità sanitarie hanno citato i risultati positivi del farmaco in diversi altri paesi. Negli Stati Uniti e in Giappone la somministrazione del remdesivir è consentita già dai primi di maggio.

In India il remdesivir potrà essere somministrato per via endovenosa a pazienti adulti e minori affetti da coronavirus e considerati in condizioni gravi, ma per non più di cinque giorni. In Corea del Sud, prima di sottoporsi al trattamento, sarà necessario effettuare un test di funzionalità epatica, per evitare possibili effetti collaterali del remdesivir. Il trattamento non potrà durare per più di dieci giorni.

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La Corea del Sud sta affrontando nuovi focolai di contagio, anche se contenuti, che hanno portato il governo a reintrodurre nuove misure di distanziamento fisico per la capitale Seul. Il 2 giugno sono risultati 49 nuovi casi di positivi al coronavirus, che hanno portato il totale del paese a 11.590. I morti dall’inizio dell’epidemia sono 273.

In India la situazione del contagio è ancora molto grave, con 8.909  nuovi casi rilevati nelle ultime 24 ore (l’incremento maggiore mai registrato in un solo giorno dall’inizio dell’emergenza sanitaria), per un totale di quasi 208mila. I deceduti registrati sono 5.815. Le restrizioni per contrastare la diffusione del virus, che dovevano concludersi il 31 maggio, sono state prorogato fino al 30 giugno in una serie di zone identificate come “ad alto rischio” dai singoli stati.