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  • Lunedì 11 maggio 2020

A Hong Kong sono ricominciate le proteste

Dopo due mesi di silenzio a causa anche del coronavirus: domenica la polizia ha arrestato più di 200 persone

(Anthony Kwan/Getty Images)
(Anthony Kwan/Getty Images)

Da qualche giorno a Hong Kong sono ricominciate le proteste contro il governo locale, iniziate lo scorso giugno e bloccate del tutto due mesi fa a causa dell’epidemia da coronavirus. I manifestanti che chiedono più democrazia e indipendenza dalla Cina sono tornati ad affollare le strade della città autonoma, anche grazie a un rallentamento significativo della diffusione del virus.

La prima importante protesta dopo l’inizio dell’epidemia era avvenuta il 26 aprile nel centro commerciale Cityplaza, dove un centinaio di persone si erano radunate per manifestare pacificamente, urlare slogan contro la Cina e chiedere la scarcerazione degli attivisti arrestati nei mesi precedenti. La protesta, la prima da quando a marzo il governo aveva imposto il divieto di assembramenti di più di quattro persone in pubblico, era stata fermata dall’intervento della polizia, che aveva disperso i manifestanti senza grossi problemi.

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Ieri, domenica 10 maggio, c’è stata una nuova manifestazione, e questa volta con molti più partecipanti: diverse centinaia di persone si sono radunate in decine di centri commerciali della città. Questa volta le proteste sono state meno pacifiche di quelle del 26 aprile e ci sono stati scontri tra manifestanti e poliziotti in tenuta antisommossa.

Nel pomeriggio la protesta si è spostata nelle strade del distretto dello shopping di Mong Kok, dove alcuni manifestanti hanno cercato di dare fuoco a cassonetti della spazzatura: la polizia è intervenuta utilizzando spray urticanti e manganelli. In tutto sono state arrestate 250 persone.

Le proteste a Hong Kong erano già quasi del tutto sparite prima dell’inizio dell’epidemia da coronavirus, a partire dallo scorso novembre, con la vittoria alle elezioni locali dei partiti a favore della democrazia sostenuti dai movimenti delle proteste. Le elezioni avevano eletto nuovi consiglieri distrettuali di Hong Kong, che pur avendo poco potere avevano annunciato che avrebbero spostato nelle istituzioni le istanze delle proteste.

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Nel frattempo, però, la posizione della leader Carrie Lam, molto vicina al governo centrale cinese, si è rafforzata grazie al successo ottenuto nell’affrontare la pandemia da coronavirus.

La scorsa settimana, Hong Kong ha annunciato la rimozione graduale delle misure di contenimento adottate per limitare la diffusione del coronavirus. Al momento sono possibili assembramenti fino a otto persone in spazi aperti e sono stati riaperti centri di bellezza, palestre e bar, anche se con alcune limitazioni sul numero di persone ammesse per volta. Le scuole invece riapriranno gradualmente a partire dal 27 maggio.

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