C’è una novità sul MES

La Commissione Europea ha proposto di eliminare la maggior parte delle condizioni previste dalle leggi europee ai prestiti legati al coronavirus

(Kenzo Tribouillard, Pool Photo via AP)
(Kenzo Tribouillard, Pool Photo via AP)

La Commissione Europea ha inviato una lettera all’Eurogruppo, l’organo che riunisce i ministri dell’Economia dell’eurozona, per proporre la sospensione della maggior parte delle condizioni di accesso per la linea di credito del MES (Meccanismo europeo di solidarietà) per contrastare il coronavirus. In sostanza, la Commissione ha proposto che gli stati che chiederanno in prestito dei soldi al MES dovranno rispettare meno paletti di quelli previsti per i prestiti ordinari. L’unica condizione da rispettare, almeno nel primo periodo, sarà impiegare i soldi ottenuti per coprire le spese sanitarie sostenute a causa della pandemia da coronavirus.

La lettera (PDF) è stata pubblicata per prima da Repubblica ed è firmata sia dal commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni sia dal vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis. La proposta della Commissione sarà quasi certamente valutata nella riunione dell’Eurogruppo che si terrà domani.

Nella lettera la Commissione si impegna sostanzialmente ad agevolare l’accesso alla linea di credito del MES – l’istituzione europea che ha lo scopo di aiutare i paesi in difficoltà, concedendo prestiti a tassi agevolati – impegnandosi a rimuovere alcune condizioni giudicate piuttosto severe sui paesi debitori: su tutte la richiesta di aggiustamenti macroeconomici, cioè sostanzialmente misure per cambiare il modo in cui lo stato spende i soldi pubblici, e la stretta sorveglianza delle principali istituzioni europee sull’economia del paese debitore.

L’idea di creare una linea di credito agevolata del MES per contrastare il coronavirus è nata diverse settimane fa ed è stata proposta ufficialmente dall’Eurogruppo in aprile. Secondo le condizioni previste, ogni paese avrà diritto di chiedere un finanziamento pari al 2 per cento del proprio PIL (per l’Italia circa 36 miliardi di euro). Sin da subito era stato chiaro che le condizioni del MES sarebbero state più agevoli di quelle decise in precedenza per i paesi che avevano chiesto dei prestiti in passato, ma oggi per la prima volta la Commissione ha messo per iscritto i propri impegni sul rilassamento delle condizioni.

Oggi pomeriggio, inoltre, la Commissione ha definito come sostenibile fino al 2030 il debito pubblico di tutti gli stati membri, un’altra condizione necessaria per poter accedere ai prestiti del MES.

La proposta della Commissione, se accettata dall’Eurogruppo, non significa comunque che verranno eliminate tutte le condizioni legate ai prestiti del MES; cosa piuttosto difficile da fare, visto che sono regolate da diversi leggi europee.

Anche nella lettera firmata da Gentiloni e Dombrovskis, per esempio, la Commissione prevede che quando la linea di credito agevolata non sarà più disponibile – e i gestori del MES hanno specificato che sarà ritirata dopo la fine della crisi sanitaria – i prestiti saranno gestiti secondo l’articolo 14 del regolamento europeo 472/2013. Nell’articolo, si legge che la Commissione Europea potrebbe raccomandare delle «misure correttive» ai paesi debitori.

Sulla carta, quindi, la Commissione potrebbe chiedere alcune condizioni diverse da quelle che ha promesso ora. Potrebbe succedere soprattutto se la volontà politica di aiutare i paesi colpiti dovesse cambiare, oppure se la prossima Commissione dovesse decidere di non essere vincolata dalle promesse di quella precedente. Sono ipotesi remote, ma eliminare tutte le condizioni per gli aiuti europei è praticamente impossibile, a meno di volere modificare diverse leggi già esistenti.

Un’altra soluzione per rendere ancora più agevole il ricorso al MES potrebbe essere la sospensione dell’intero regolamento 472/2013. Come fa notare Marco Dani, che insegna diritto pubblico comparato all’Università di Trento, la Commissione dovrebbe comunque sottoporre una proposta di legge al Parlamento Europeo e al Consiglio dell’Unione Europea.

In molti, inoltre, continuano a dubitare che la maggior parte dei paesi europei sia interessata ad accedere alla nuova linea di credito del MES, nonostante le molte agevolazioni promesse dalla Commissione. Nikos Chrysoloras, capo della redazione di Bloomberg a Bruxelles, ha commentato la lettera della Commissione sostenendo che «probabilmente» nessun paese farà comunque ricorso al MES perché la richiesta verrebbe comunque interpretata come un «segno di debolezza» dagli investitori internazionali.

Nelle scorse settimane il governo italiano aveva prima negato di voler chiedere un prestito al MES, e successivamente ammesso che avrebbe «letto le carte» prima di prendere una decisione. Al momento, la proposta della Commissione non è ancora stata commentata dal governo.