Da lunedì i dati sui tamponi eseguiti nelle Marche non tornano

Quelli comunicati dalla Regione e dalla Protezione Civile sono diversi: non è chiaro chi stia sbagliando o a cosa si riferiscano i dati

Il capo della protezione civile Angelo Borrelli in conferenza stampa, Roma, 7 marzo 2020. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il capo della protezione civile Angelo Borrelli in conferenza stampa, Roma, 7 marzo 2020. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Aggiornamento del 16 aprile: La regione Marche ha confermato al Post che dal 13 aprile ha cominciato a comunicare alla Protezione Civile il dato dei tamponi eseguiti complessivamente, mentre fino al giorno prima aveva comunicato il dato del totale delle persone che erano state sottoposte a test. I due numeri non coincidono perché la stessa persona può essere sottoposta più volte al test (per confermare la guarigione, per esempio, ne occorrono due negativi). Dal 15 aprile, inoltre, la regione Marche ha iniziato a fornire entrambi i dati nel suo aggiornamento quotidiano, dove parla di “Totale casi diagnosticati” e “Totale test effettuati”: il primo numero è sempre più piccolo del secondo. La Protezione Civile continua invece a comunicare un solo dato, quello del totale dei test effettuati.

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Dal 13 aprile, i dati sui test per il coronavirus eseguiti nelle Marche comunicati dalla regione non coincidono con quelli comunicati dalla Protezione Civile nella quotidiana conferenza stampa di aggiornamenti. Fino al 12 aprile, invece, i dati comunicati dalla regione e quelli comunicati dalla Protezione Civile coincidevano: non è chiaro a cosa sia dovuta la discrepanza, che rende imprecisi anche i dati sul numero di test (o tamponi) eseguiti a livello nazionale.

Il dato sui tamponi eseguiti è molto importante per la gestione dell’epidemia. Serve per capirne la reale diffusione e anche per poter mettere nel giusto contesto anche i dati sui nuovi casi confermati: se aumentano i primi, come è stato spiegato negli ultimi giorni anche durante la conferenza stampa della Protezione Civile, è molto probabile che aumentino anche i secondi. Se il numero dei tamponi è sbagliato, quindi, è difficile anche dare senso agli altri dati.

Il 12 aprile, la regione Marche aveva comunicato complessivamente i risultati di 21.057 test eseguiti dall’inizio dell’epidemia. Rispetto al giorno precedente, il 12 aprile erano stati comunicati i risultati di circa 1.000 test in più, un aumento paragonabile a quello del giorno precedente. Il 12 aprile, il dato comunicato dalla Protezione Civile, era lo stesso di quello comunicato dalla regione. Ed è normale che fosse così: come ha più volte ricordato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, i dati che vengono raccolti a livello nazionale e comunicati ogni sera durante la conferenza stampa sono quelli forniti dalle regioni.

Leggi anche: I dati ufficiali non avevano senso prima e non hanno senso adesso.

La prima discrepanza tra i due dati si è vista il 13 aprile. La regione Marche ha comunicato i risultati di 456 test in più rispetto al giorno precedente, portando il dato complessivo a 21.513. Lo stesso giorno, nella tabella riassuntiva diffusa ogni sera dalla Protezione Civile, il numero complessivo sui tamponi eseguiti nelle Marche era 28.372: 6.859 in più di quelli comunicati dalla regione, con un aumento di 7.315 rispetto al giorno precedente.

L’errore, quel giorno, potrebbe essere stato dovuto a un problema di inserimento dei dati da parte della Protezione Civile: non solo perché i suoi dati sono quelli che arrivano dalle regioni, ma anche perché un aumento di 7.315 tamponi rispetto al giorno precedente è poco plausibile.

Ancora il 14 aprile, i dati diffusi dalla regione Marche e dalla Protezione Civile sul numero di tamponi sono stati diversi. Le Marche hanno comunicato i risultati di altri 436 tamponi, portando il numero complessivo a 21.949; la Protezione Civile ha invece portato il numero complessivo dei tamponi nelle Marche a 29.160, con un aumento di 788 rispetto al giorno precedente. La discrepanza non è stata quindi solo sul totale dei tamponi, ma anche sul numero di nuovi tamponi eseguiti tra il 13 e il 14 aprile. Questo fa pensare che alla base dell’errore possa esserci più di un semplice errore di trascrizione.

Per ora non è comunque possibile dire con certezza dove sia stato il problema e se il dato sbagliato sia quello diffuso dalla regione sul suo sito o quello diffuso dalla Protezione Civile. È possibile infatti che ad essere sbagliato sia il documento diffuso dalle Marche, che invece potrebbe aver inviato alla Protezione Civile il dato corretto. Un’altra possibilità è che il dato diffuso dalla regione Marche sul suo sito si riferisca a qualcosa di diverso rispetto a quello comunicato dalla Protezione Civile: su questo punto non sono però state date comunicazioni ufficiali.