L’ONU deciderà su due risoluzioni contrapposte sul coronavirus

(Spencer Platt/Getty Images)
(Spencer Platt/Getty Images)

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite e i suoi 193 Stati membri si dovranno esprimere su due risoluzioni contrapposte per stabilire la linea dell’organizzazione nella gestione della pandemia da coronavirus. In condizioni normali l’Assemblea si sarebbe riunita nella sua sede di New York e la decisione sarebbe stata presa a maggioranza, ma viste le misure di isolamento previste dai diversi Paesi per contenere il contagio, in questo momento non si tengono riunioni.

Vale quindi la regola del “silenzio assenso”. Per appoggiare una risoluzione che approvano, i delegati non dovranno fare nulla. Se invece vorranno bocciarla dovranno inviare un messaggio di posta elettronica manifestando la propria opposizione entro le ore 18 (di New York) di giovedì 2 aprile. Il meccanismo potrebbe quindi portare all’approvazione, o alla bocciatura, di entrambe le mozioni, così come all’adozione di una sola delle due.

Una risoluzione che avrebbe più di 135 sostenitori (tra chi l’ha appoggiata dichiaratamente ci sono Ghana, Indonesia, Liechtenstein, Norvegia, Singapore e Svizzera), chiede «l’intensificazione della cooperazione internazionale per contenere, mitigare e sconfiggere la pandemia, anche attraverso lo scambio di informazioni, conoscenze scientifiche e migliori pratiche, applicando le linee guida raccomandate dall’Organizzazione mondiale della sanità». Si sottolinea inoltre la necessità di rispettare i diritti umani e di opporsi a «qualsiasi forma di discriminazione, razzismo e xenofobia nella risposta alla pandemia». Si tratterebbe della mozione maggioritaria sia per numero che per l’adesione dei paesi più forti.

L’altra, sostenuta dalla Russia con l’appoggio della Repubblica Centrafricana, di Cuba, del Nicaragua e del Venezuela, riconosce il ruolo guida dell’OMS nella lotta contro la pandemia, ma chiede la fine delle guerre commerciali e l’attuazione di misure protezionistiche. Esclude inoltre l’applicazione di sanzioni unilaterali senza l’approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Fedor Strzhizhovskiy, portavoce della Missione delle Nazioni Unite in Russia, ha dichiarato: «Riteniamo che il progetto di dichiarazione russo sia più orientato ai risultati rispetto al progetto di dichiarazione alternativa, che riteniamo sia troppo generale».

Se la mozione maggioritaria punta dichiaratamente alla «cooperazione internazionale», quella russa ha come titolo «dichiarazione di solidarietà delle Nazioni Unite di fronte alle sfide poste dalla malattia di coronavirus nel 2019 (COVID-19)». Da ciò che è reso noto, nel dettaglio, sulle risoluzioni, sembra che la risoluzione russa non abbia ottenuto il consenso unanime (così da rendere necessaria un’alternativa) poiché lasciava troppo spazio agli interventi (anche economici) dei singoli Stati membri dell’Onu.