Alitalia sarà nazionalizzata

Il decreto legge "Cura-Italia" contro la pandemia prevede di spendere fino a 500 milioni di euro per riportare la compagnia aerea sotto completo controllo pubblico

(Fabrizio Gandolfo/SOPA Images via ZUMA Wire/ANSA)
(Fabrizio Gandolfo/SOPA Images via ZUMA Wire/ANSA)

La compagnia aerea Alitalia, che da anni sopravvive solo grazie a prestiti dello Stato ed è oggi gestita da un commissario nominato dal governo, sarà nazionalizzata e tornerà sotto il completo controllo del ministero dell’Economia. Lo prevede un articolo del cosiddetto decreto legge “Cura-Italia”, che contiene le nuove norme approvate dal governo per contrastare la pandemia da coronavirus e le sue conseguenze economiche (anche se non è una decisione direttamente legata alla pandemia).

– Leggi anche: Le misure del decreto “Cura-Italia”, spiegate

Il decreto stabilisce che «in considerazione della situazione determinata sulle attività di Alitalia», viene autorizzata «la costituzione di una nuova società interamente controllata dal ministero dell’Economia ovvero da una società a prevalente partecipazione pubblica», con il compito prima di prendere in affitto le attività di Alitalia attualmente gestite dal commissario e, successivamente, di rilevarle completamente.

Nel decreto, nota il Sole 24 Ore, non è espresso con particolare trasparenza come e quante risorse saranno usate per l’operazione, ma sembra che l’intervento impiegherà gran parte dei 500 milioni di euro che lo stesso decreto stanzia come generiche «misure a compensazione dei danni subiti» dal settore del trasporto aereo italiano.

La nazionalizzazione vera e propria, quindi, avverrà soltanto nelle prossime settimane, con la costituzione di una nuova società (la cosiddetta “newco”, che sarà controllata dal ministero) e poi con le trattative tra quest’ultima e la gestione commissariale di Alitalia che serviranno a stabilire quali rami di azienda saranno dati in affitto in vista delle loro futura acquisizione. Il Sole 24 Ore scrive che diverse possibilità sono allo studio: per esempio la nuova società potrebbe rilevare soltanto il ramo aviazione, cioè le attività di trasporto aereo.

Si tratterà anche sul numero di dipendenti da mettere in cassa integrazione, visto che, come tutte le compagnie aeree, Alitalia al momento si trova a operare a regime ridotto e quasi tutti i suoi voli sono stati sospesi. Il commissario Giuseppe Leogrande ha chiesto che vengano lasciati a casa fino al 31 ottobre circa un terzo dei quasi 12 mila dipendenti della società.

Fondata dopo la Seconda guerra mondiale come compagnia di bandiera italiana a controllo pubblico, Alitalia entrò in crisi nel corso degli anni Duemila, e nel 2008 venne privatizzata dal governo Berlusconi dopo il fallimento di un’ipotesi di acquisizione da parte di Air France. Da allora la compagnia ha conosciuto diversi cambi di proprietà, ma continuando a entrare e uscire da situazioni di crisi sempre più gravi. Nel 2017, in seguito all’ennesimo rischio di trovarsi in bancarotta, Alitalia è entrata in procedura di amministrazione controllata ed è stata affidata alla gestione di una serie di commissari di nomina statale. I suoi bilanci, rimasti sempre in grave perdita in questi anni, sono stati ripianati da una serie di prestiti pubblici che attualmente ammontano a più di un miliardo di euro.