Un tribunale giapponese ha condannato a morte un uomo che nel 2016 uccise 19 persone in un centro per disabili vicino a Tokyo

Satoshi Uematsu dopo l'arresto (Ken Ishii/Getty Images)
Satoshi Uematsu dopo l'arresto (Ken Ishii/Getty Images)

Lunedì un tribunale giapponese ha condannato a morte Satoshi Uematsu, l’uomo che nel 2016 uccise 19 persone in un centro per disabili di Sagamihara, città a ovest di Tokyo. Dopo la strage Uematsu si era consegnato spontaneamente agli agenti di polizia.

Uematsu, che prima della strage aveva lavorato in quel centro per circa un anno, durante il processo ha detto che con il suo gesto voleva ispirarsi ad Adolf Hitler, eliminando dal Giappone le persone con handicap fisici o mentali. I suoi avvocati avevano cercato di convincere la giuria dell’infermità mentale del loro assistito, ma dopo la sentenza di condanna hanno deciso di non fare ricorso in appello.

La strage di Sagamihara è stata una delle più gravi nella storia recente del Giappone, un paese dove i crimini di questo tipo sono molto rari. Prima di allora la peggiore uccisione di massa in Giappone si era verificata nel 1995, quando alcuni seguaci del movimento religioso Aum Shinrikyo rilasciarono del gas nervino nella metropolitana di Tokyo, uccidendo 12 persone.