Sono stati liberati Luca Tacchetto ed Edith Blais, rapiti nel 2018 in Burkina Faso

La notizia è stata confermata dal ministero degli Esteri: sulla loro prigionia erano circolate pochissime informazioni

(ANSA/ PER GENTILE CONCESSIONE DI NUNZIO TACCHETTO)
(ANSA/ PER GENTILE CONCESSIONE DI NUNZIO TACCHETTO)

Sono stati liberati Luca Tacchetto ed Edith Blais, rapiti nel 2018 in Burkina Faso sul cui caso erano circolate pochissime informazioni fino a qualche settimana fa. La notizia è stata anticipata dal New York Times ed è poi stata confermata da diverse altre fonti, fra cui il ministero degli Esteri italiano a Repubblica.

Secondo le prime informazioni Tacchetto e Blais – un 30enne italiano e una 35enne canadese – sono stati rilasciati venerdì sera a Kidal, nel nord del Mali, e raggiungeranno nelle prossime ore la capitale Bamako. Secondo fonti dell’intelligence citate da ANSA sono in buone condizioni. Non è ancora chiaro di quale gruppo fossero prigionieri e a quali condizioni siano stati liberati, precisa il New York Times, secondo cui nella regione sono attivi gruppi legati sia allo Stato Islamico (o ISIS) sia ad al Qaida.

I due ragazzi erano arrivati in Burkina Faso dopo avere attraversato in auto Italia, Francia, Spagna, Marocco, Mauritania e Mali. Il 15 dicembre, il giorno prima della scomparsa, erano stati nella città di Bobo-Dioulasso, ospiti di un uomo francese. I due erano ripartiti la mattina dopo: secondo la ricostruzione del Corriere, erano diretti prima alla moschea di Bobo-Dioulasso e poi alla capitale Ouagadougou, dove dovevano andare all’ufficio immigrazione per fare un visto valido per Togo e Benin. Dopo avere lasciato la casa dell’uomo, però, erano scomparsi.

Circa un anno fa Human Rights Watch, organizzazione che si occupa di difesa dei diritti umani, aveva scritto in un rapporto che i due erano stati probabilmente portati in Mali, citando fonti della sicurezza locali. A settembre l’allora ministra degli Esteri canadese Chrystia Freeland disse a Sherbrooke, la città del Québec in cui vive Blais, che la ragazza canadese era ancora viva.