Coronavirus
Corso Vittorio Emanuele a Milano (ANSA/MATTEO CORNER)

Diecimila casi di coronavirus rilevati in Italia

Dall’inizio dell’epidemia le guarigioni sono state più di mille e i decessi 631, ma i dati di oggi potrebbero essere incompleti

Secondo gli ultimi dati diffusi martedì pomeriggio dalla Protezione Civile durante la quotidiana conferenza stampa, le persone che in Italia sono risultate positive al test per il coronavirus (SARS-CoV-2) dall’inizio dell’epidemia sono 10.149: questo dato comprende sia le persone “guarite” (1.004, 280 in più di ieri) che quelle morte (631, 167 in più di ieri). Le persone attualmente positive al coronavirus sono 8.514, 529 in più rispetto a lunedì: il capo delle protezione civile Angelo Borrelli ha però parlato di alcuni ritardi nella consegna dei risultati dei test, spiegando che domani si avranno informazioni più precise.

La regione in cui si sono registrati più casi è la Lombardia (5.791 da quando è iniziata l’epidemia, e 4.427 attualmente positivi), seguita dall’Emilia-Romagna (1.533 in tutto e 1.417 attualmente positivi) e dal Veneto (856 casi totali e 782 attualmente positivi).

I dati di oggi sono i primi dopo l’annuncio fatto lunedì sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha deciso l’estensione a tutta l’Italia delle misure in vigore da domenica in ampie aree del Nord Italia per contenere la diffusione del coronavirus. Naturalmente ci vorranno diversi giorni, almeno una settimana, prima di vedere gli effetti di queste misure.

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Le misure decise dal governo comprendono la chiusura di tutte le scuole e le università fino al 3 aprile, la sospensione di tutti i campionati e manifestazioni sportive nazionali, la chiusura di bar e ristoranti dopo le 18, oltre che restrizioni agli spostamenti (ma andare a fare la spesa è ancora possibile tranquillamente). Gli spostamenti dovranno essere motivati con un modulo di autocertificazione che si può scaricare qui e stampare per compilarlo: chi non può stamparlo può ricopiarlo. Durante la conferenza stampa di lunedì, Conte ha spiegato che la decisione di estendere queste misure a tutto il paese è stata dovuta al fatto che «i numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi» e che per questo «le nostre abitudini vanno cambiate ora» e «dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia».

In risposta all’annuncio di Conte, martedì mattina il governo austriaco ha annunciato l’adozione di una serie di misure volte a contenere la diffusione del virus, tra cui anche alcune restrizioni per i cittadini italiani che entrano in Austria, che avranno bisogno di un certificato medico o di avere un posto dove rimanere eventualmente in quarantena per due settimane.

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La decisione del governo è stata seguita martedì anche da quella di diverse compagnie aeree di sospendere in parte o del tutto i collegamenti con l’Italia: tra quelle che li hanno sospesi del tutto ci sono Ryanair, British Airways e Air France. La compagnia Costa Crociere ha invece deciso di annullare fino al 3 aprile tutte le crociere che fanno scalo nei porti italiani. Sempre martedì, per precauzione, il Vaticano ha deciso di chiudere ai turisti piazza San Pietro e la basilica di San Pietro di Città del Vaticano fino al 3 aprile.

Martedì Attilio Fontana, presidente della Lombardia, la regione più in difficoltà per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri, ha detto di aver discusso con i sindaci dei capoluoghi regionali della possibilità di chiedere al governo di rendere ancora più stringenti le misure per contenere il virus in Lombardia, chiudendo «tutto tranne i servizi essenziali» per 15 giorni. Martedì, inoltre, la città di Bergamo, la cui provincia domenica era diventata quella con il maggior numero di casi in tutta Italia, ha diramato un’ordinanza che decreta la chiusura di tutti i parchi, giardini e aree verdi comunali fino al 3 aprile.

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