Quali saranno i controlli per il decreto sul coronavirus

Il ministero dell'Interno ha deciso che per spostarsi nelle zone isolate sarà necessaria una autocertificazione

(ANSA/MATTEO CORNER)
(ANSA/MATTEO CORNER)

Domenica sera la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha emesso una direttiva che chiarisce alcuni aspetti del nuovo decreto del governo per le misure di contenimento del coronavirus, approvato sabato. La direttiva riguarda gli spostamenti delle «persone fisiche» – quindi non delle merci – «in entrata, in uscita e all’interno» delle zone isolate istituite dal decreto del governo, cioè la Lombardia e altre 14 province.

La direttiva ribadisce che ogni spostamento dovrà essere motivato da «esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute», come previsto dal decreto: sia per entrare e uscire dalle zone isolate – per andare da Milano a Genova o viceversa, per esempio – sia all’interno delle stesse zone. La novità è che le ragioni dovranno essere messe per iscritto in un modulo di autocertificazione, che potrà anche essere compilato sul momento durante un controllo. Alcuni modelli sono già disponibili online: la regione Veneto ne ha pubblicato uno per le esigenze lavorative (PDF) e uno per i motivi di salute (PDF). Non potranno spostarsi per alcuna ragione, invece, le persone in isolamento oppure risultate positive al coronavirus.

Non sappiamo ancora quanto saranno severi i controlli: la direttiva di Lamorgese non ha chiarito per esempio quali siano le «situazioni di necessità» previste dal decreto, ed è possibile che ciascuna prefettura possa adottare criteri diversi. Quella di Alessandria, una delle province della zona isolata, ieri ha specificato in un comunicato che per «necessità» intende quella di «recarsi nel centro più vicino per gli acquisti necessari alla vita quotidiana» (fare la spesa, quindi).

La direttiva di Lamorgese, inviata a tutte le prefetture, prevede controlli «lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti»: sulle autostrade e le strade principali, i controlli saranno effettuati – probabilmente a campione – dalla polizia stradale, mentre sulle strade locali dai carabinieri e dalla polizia municipale.

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A bordo dei treni i controlli saranno a carico della polizia ferroviaria, che inoltre «canalizzerà» i passeggeri in entrata e uscita dalle stazioni per evitare assembramenti e provare la temperatura di chi viaggia. Negli aeroporti non sono previsti particolari controlli, ma chi parte e chi arriva dalle zone isolate dovrà presentare un’autocertificazione motivando le ragioni del suo spostamento. Per i passeggeri diretti all’estero, l’autocertificazione viene chiesta soltanto ai residenti o domiciliati nelle zone isolate, mentre chi arriva in Italia dovrà motivare lo scopo del suo viaggio.

Per chi viola le norme del decreto e della circolare è prevista una sanzione per inosservanza di un provvedimento di un’autorità, punita con l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro (articolo 650 del codice penale), oppure nei casi più gravi una sanzione per delitti colposi contro la salute pubblica, con pene da sei mesi a dodici anni. All’articolo 3 della direttiva, inoltre, si legge che «la veridicità dell’autodichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli».

Per quanto riguarda le merci, già ieri il ministero degli Esteri aveva chiarito che non rientrano fra le limitazioni previste dal decreto: «Le merci possono entrare e uscire dai territori interessati. Il trasporto delle merci è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci».