Una canzone dei National

Un giro ipnotico di pianoforte e la voce di quello nella foto, non serve altro

(Ilya S. Savenok/Getty Images for Tibet House)
(Ilya S. Savenok/Getty Images for Tibet House)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina accountQui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: qui sotto, online sul Post, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone.

Per celebrare l’arrivo alla centesima canzone, e per mettere della bellezza nelle serate domestiche e difficili di tutti in questo periodo, questa e altre 19 canzoni sono accessibili a tutti (12 marzo 2020).

Light years
Io scoprii Fake empire a un matrimonio: prima, dei National avevo sentito fuggevolmente poche cose.  Quella divenne una delle loro canzoni più amate e mainstream, e una delle migliori canzoni di questo millennio, di cui potrei scrivere a lungo. Ma non siamo qui per pezzi con gran ritmo, oggi, o che potreste conoscere bene.
Da allora, il 2007, i National sono diventati una delle band alternative di maggior successo di questi decenni, hanno vinto un Grammy, hanno venduto molto. Qui c’erano le loro cose migliori fino al 2013.
Alla fine del loro disco dell’anno scorso – ma l’avevano già fatta sentire nei concerti, prima – c’era questa meraviglia di giro di pianoforte, e la voce di lui, Matt Berninger, che bastano a fare tutto. Una canzone di ricordi, di persone perdute e comunque sempre anni luce lontane.
I thought I saw your mother last weekend in the park
It could’ve been anybody, it was after dark
Everyone was lighting up in the shadows alone
You could’ve been right there next to me, and I’d have never known

Qui la fanno dal vivo alla radio, se volete vederli. Se invece volete vederli vederli, è più complicato perché nel tour europeo di giugno (hanno annullato oggi le date giapponesi per via del coronavirus, peraltro) non sono previste date italiane. Ma per stasera avete Light years da fare girare una ventina di volte almeno.
(E no, la questione se in italiano dobbiamo dire i National o i The National – trattandosi di una parola singolare – non è risolta. Sì, certo, allora i Queen? Eccetera. Abbiamo già parlato di tutto questo).

Light years su Spotify
Light years su Apple Music
Light years su YouTube