Due consiglieri comunali di Palermo accusati di corruzione sono stati messi agli arresti domiciliari

Palazzo Pretorio, sede del comune di Palermo (Wikimedia Commons)
Palazzo Pretorio, sede del comune di Palermo (Wikimedia Commons)

A Palermo due consiglieri comunali sono stati arrestati per un’indagine sull’autorizzazione alla costruzione di 350 alloggi in tre aree industriali dismesse, in deroga al piano regolatore della città. I due consiglieri sono Giovanni Lo Cascio, capogruppo del Partito Democratico nel consiglio e presidente della commissione Urbanistica del comune, e Sandro Terrani, capogruppo di Italia Viva e membro della commissione Bilancio. Sono stati messi agli arresti domiciliari.

In tutto gli arrestati sono sette; tra loro ci sono anche due funzionari comunali, Mario Li Castri, ex dirigente dell’Area Tecnica, e Giuseppe Monteleone, ex dirigente dello Sportello Unico delle Attività produttive, un architetto e due imprenditori. Le accuse sono di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico.

I progetti di lottizzazione delle tre aree industriali dismesse erano cominciati quattro anni fa. Secondo l’accusa Lo Cascio e Terrani, in cambio di «utilità di varia natura» (uno sconto del 50 per cento su alcuni lavori di ristrutturazione per Lo Cascio, un incarico professionale per un’amica di Terrani), si sarebbero adoperati nel consiglio comunale per ottenere la deroga alla costruzione nelle tre aree.

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