L’ex consigliera regionale del Lazio Gina Cetrone è stata arrestata con l’accusa di estorsione con metodi mafiosi

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Mercoledì mattina la Squadra Mobile di Latina ha arrestato cinque persone, accusate a vario titolo di estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata, con l’aggravante del metodo mafioso. Tra queste c’è anche Gina Cetrone, ex consigliera regionale del Lazio tra il 2010 e il 2013 per l’allora Popolo delle Libertà (PDL), e dallo scorso anno coordinatrice per il Lazio del partito Cambiamo! di Giovanni Toti. Con lei sono stati arrestati il marito, Umberto Pagliaroli, Armando Lallà Di Silvio e i figli Samuele e Gianluca Di Silvio, esponenti dell’omonimo clan mafioso di Latina.

Secondo gli inquirenti, che si sono avvalsi delle testimonianze dei collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo, nell’aprile del 2016 Cetrone e il marito, che all’epoca erano creditori nei confronti di un imprenditore di origini abruzzesi, avrebbero richiesto l’intervento di Samuele e Gianluca Di Silvio e Agostino Riccardo per la riscossione del credito, con l’autorizzazione di Armando Di Silvio detto “Lallà”, capo del clan.

Nella nota della Questura si legge che Cetrone e Pagliaroli «dopo avere convocato il predetto imprenditore presso la loro abitazione, gli richiedevano il pagamento immediato della somma dovuta, impedendogli di andare via a bordo della sua macchina. In tale contesto, i due lo costringevano ad attendere Agostino Riccardo e i Di Silvio, i quali, una volta giunti, lo minacciavano, prospettando implicitamente conseguenze e ritorsioni violente nei confronti della sua persona o dei suoi beni. In tal modo, gli stessi costringevano l’imprenditore a recarsi il giorno dopo in Banca, sotto la stretta sorveglianza dei tre e di Pagliaroli che lo attendevano fuori dall’istituto bancario, e a effettuare un bonifico di 15.000 euro a favore della società Vetritalia Srl, nonché a consegnare a loro “per il disturbo” la somma di 600 euro».