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  • Domenica 26 gennaio 2020

Gli aggiornamenti sul coronavirus

Il numero dei morti è salito a 56 e secondo il ministero della Salute cinese la capacità del virus di trasmettersi tra le persone è in aumento

Il controllo della temperatura per i giornalisti prima di una conferenza stampa del ministro della Salute cinese a Pechino, domenica mattina (The Yomiuri Shimbun via AP Images )
Il controllo della temperatura per i giornalisti prima di una conferenza stampa del ministro della Salute cinese a Pechino, domenica mattina (The Yomiuri Shimbun via AP Images )

Il numero dei morti causati dal nuovo coronavirus è salito a 56 e i casi di contagio confermati sono più di 2000. Tutte le morti sono avvenute in Cina, dove c’è anche la maggioranza dei contagi e dove le autorità stanno provando a contenere la diffusione del virus con regole sempre più severe. I contagi hanno però ormai raggiunto diverse province del paese e tre delle morti sono avvenute fuori dalla città di Wuhan, dove sono iniziati i contagi. Negli ultimi giorni sono inoltre stati confermati i primi casi di contagio anche negli Stati Uniti (2), in Francia (3) e in Australia (4).

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Morti
Domenica mattina le autorità cinesi hanno confermato la morte di altre 15 persone a causa del nuovo coronavirus, che nei casi più gravi – specialmente in persone con un sistema immunitario già indebolito – può causare polmoniti e altri problemi respiratori.

Delle 15 persone morte tra sabato e domenica, 13 vivevano nella provincia di Hubei, quella di Wuhan. Una persona è invece morta a Shanghai – la prima in città, un uomo di 88 anni – e una persona è morta nella provincia di Henan. Il numero totale dei morti è passato quindi da 41 a 56, tutti in Cina. Solo sabato, in Cina sono stati confermati altri 688 casi di contagio.

La maggior parte dei pazienti morti fino ad ora era di età avanzata e aveva altri problemi di salute. I morti più giovani sono stati una donna di 48 anni che aveva precedenti problemi di salute e un uomo di 36 anni, ricoverato il 9 gennaio, morto giovedì e senza precedenti problemi di salute.

I casi fuori dalla Cina
Per ora, in Asia, ci sono stati casi confermati in Corea del Sud (3), Giappone (2), Taiwan (3), Nepal (1), Thailandia (5), Malesia (3) e Singapore (3). L’Australia aveva confermato sabato il primo caso di contagio, ma ne ha poi confermati altri quattro. Gli Stati Uniti hanno confermato due casi di contagio e in Europa, la Francia ha confermato tre contagi: due a Parigi e uno a Bordeaux. Tutti i casi di contagio confermati fin qui riguardano persone che avevano da poco viaggiato in Cina e nella zona di Wuhan.

Un cartello che dice “Forza Cina, forza Wuhan” in un negozio per turisti a Osaka, in Giappone (The Yomiuri Shimbun via AP Images )

Cosa si sa del virus
Al momento non è ancora completamente chiara la pericolosità del nuovo coronavirus (chiamato 2019-nCoV). Non è per esempio chiaro quale sia il tasso di mortalità tra le persone che contraggono il virus e i numeri complessivi su contagi e morti sono ancora relativamente piccoli (ogni anno l’influenza causa tra le 290.000 e le 650.000 morti in tutto il mondo). Ci sono inoltre informazioni parziali o discordanti su dove siano iniziati i contagi e sulla facilità con cui il virus passa da una persona all’altra.

Il ministro della Salute cinese Ma Xiaowei, domenica, ha detto che la capacità del virus di essere trasmesso tra le persone sembra in aumento e che il periodo di incubazione del virus è tra 1 e 14 giorni. Venerdì, l’importante rivista medica Lancet aveva invece pubblicato i risultati di uno studio secondo cui è possibile che il virus venga trasmesso anche da portatori che non hanno ancora sviluppato sintomi della malattia. Questo complicherebbe molto i tentativi di contenere il virus, che fino ad ora si sono basati sul controllo dei sintomi, come febbre e mal di gola.

Misure di controllo
Per limitare la diffusione del virus, le autorità cinesi hanno imposto nuove misure di controllo e di limitazione degli spostamenti di milioni di persone. Il blocco dei viaggi in uscita e degli spostamenti interni, imposto giovedì solo per la città di Wuhan, è stato progressivamente allargato e da venerdì riguarda 18 città e circa 56 milioni di persone. A Pechino – dove vivono 22 milioni di persone circa – è stata sospesa la circolazione dei bus interprovinciali e rimandata la riapertura delle scuole. Da lunedì in tutta la Cina saranno interrotti i viaggi turistici all’estero e la vendita di pacchetti viaggi. Le autorità cinesi hanno detto che i gruppi di turisti che sono già in viaggio possono continuare i loro viaggi tenendo sotto controllo lo stato di salute di tutti i partecipanti.

Nella regione semiautonoma di Hong Kong, dove ci sono 5 casi di contagio confermato e più di 200 casi sospetti, è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria e le scuole sono state chiuse fino a metà febbraio.

Sono stati imposti inoltre controlli straordinari su tutti i mezzi di trasporto pubblici per identificare e isolare i casi di contagio: saranno istituiti dei punti di controllo in stazioni di treni, bus e aeroporti, con l’obbligo di controllare tutti i passeggeri e trasportare quelli sospetti in ospedale.

Le autorità hanno anche cancellato i più grandi eventi pubblici legati al Capodanno cinese – i cui festeggiamenti sono iniziati venerdì – e hanno chiuso diversi grandi siti turistici, tra cui la Città Proibita di Pechino, un tratto della Grande muraglia e il parco divertimenti Disney di Shanghai.

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Il presidente cinese Xi Jinping, che fino ad ora aveva parlato poco della crisi del nuovo coronavirus, sabato ha diffuso un comunicato al termine di una riunione di emergenza del Partito Comunista. Ha parlato di una situazione «grave», ma ha detto che «siamo certi di poter vincere questa battaglia e battere l’epidemia, con il controllo e la prevenzione». Il Partito Comunista si occuperà direttamente delle misure per evitare la diffusione del virus, con un gruppo di lavoro centralizzato che avrà il coordinamento nazionale di tutte le attività

Wuhan
A Wuhan è stato imposto un nuovo divieto che riguarda la circolazione delle auto nel centro città, con solo alcune eccezioni per i mezzi di emergenza e per alcuni bus che fanno un servizio navetta. I giornali raccontano che tra gli abitanti della città sta crescendo il nervosismo, a causa delle restrizioni agli spostamenti e delle difficoltà nel ricevere aiuto medico. Gli ospedali della zona sono peraltro già quasi pieni – con lunghe code per l’accettazione – e molti stanno cominciando a finire le scorte di medicine e attrezzature. Molte aree della città sono invece deserte, con moltissime persone che preferiscono restare chiuse in casa per il timore di ammalarsi.

Il giornalista Stephen McDonell, corrispondente di BBC dalla Cina, ha pubblicato un video che mostra la situazione a Hubei, con checkpoint per controllare la temperatura di chi entra ed esce dalla città, strade semideserte, negozi chiusi.

Gli ospedali di Wuhan pronti in pochi giorni
Le autorità cinesi hanno annunciato pochi giorni fa la costruzione di un nuovo ospedale a Wuhan per trattare i casi di contagio. L’ospedale dovrebbe essere pronto entro la prossima settimana e stanno girando foto e video che mostrano le intense attività di costruzione. A Wuhan sono stati inoltre inviati 1200 tra medici ed altri operatori sanitari e 450 medici e infermieri dell’esercito. Sabato mattina le autorità hanno annunciato la costruzione di un secondo ospedale, che dovrebbe essere pronto in 15 giorni.

Le foto del cantiere per costruire un ospedale in 10 giorni a Wuhan